Sono nere e non ne vedo la fine;
sono enormi e sembrano inghiottirmi;
sono voragini infinite nel cuore del mondo.
L’acqua debole scorre, custodisce i sussurri delle anime perdute,
sento bambini cercare i genitori, fratelli disperati per riunirsi.
È un dolore di pece: mi squarcia l’anima,
e svuota le vene della loro linfa.
Inghiottita da esso, d’improvviso sono
impotente, inevitabilmente consapevole,
e non mi sento più la vita.
Una foglia aleggia leggera sull’infinita voragine,
vola calma, rassegnata alla sua caduta e lentamente
anche lei, pura e pulita, è inghiottita dal nero infinito.
Ora li vedo, gli spettri da cui mai scapperemo,
mi circondano nere ombre.
Ora le sento, le anime sgorganti di dolore
ingombranti nelle nostre memorie.
Arianna Avitabile