Rosso: una rosa, passione, amore.
Rosso: uno schiaffo, sangue, violenza.
25 novembre in rosso. “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” istituita nel 1999 dall’ONU. Una piaga sociale impressionante, con cifre da far accapponare la pelle. In Italia viene uccisa una donna ogni 3 giorni. Negli Stati Uniti ogni 5 ore. In Cina un uomo su 4 ammette di aver commesso un abuso. In India viene stuprata una donna ogni 22 minuti. La violenza sulle donne, però, non sempre finisce con un funerale (o un processo). La faccia del fenomeno che finisce meno sui giornali è un’altra: si tratta delle continue violenze fisiche o psicologiche esercitate da mariti, compagni, fidanzati in nome di una presunta superiorità di genere.
“Stop al femminicidio”, lo slogan di oggi. Scritto su magliette, bandiere, striscioni. Il primo passo per risolvere un problema, tuttavia, è comprenderne le cause. Perché la violenza sulle donne è un fenomeno così diffuso? Forse (e togliamo il forse), la risposta sta ancora una volta nei modelli sociali, che purtroppo insistono nel declinarsi al maschile. Viviamo (perlomeno da queste parti) in società paritaria sulla carta, ma ancora troppo legata a tradizioni maschiliste e ideologie sessiste. Una società, inoltre, in cui sono le donne stesse a firmare la propria condanna: si fanno usare come oggetti nelle pubblicità, lasciano il lavoro perché il marito le preferisce “in casa”, recitano la parte delle oche superficiali in TV. Un’emancipazione femminile “reale” toccherebbe prima di tutto gli uomini, perché cambierebbe drasticamente la loro vita. Una società paritaria “vera” sarebbe più sana, più avanzata e, soprattuto, più civile.
Oggi, allora, scendiamo in rosso per le strade tutti insieme, “gentil sesso” e “pater familias”. Ricordiamo ad alta voce che non devono più esistere, l’uno e l’altro; che non dev’esserci un sesso che comanda e uno comandato; che la parità alla fine è meglio per tutti. Abbattiamo gli stereotipi e promuoviamo la cultura della denuncia.
Scendiamo in rosso per le strade, con l’augurio che un giorno non sarà più necessario.
Rosso: un colore, denuncia, cambiamento.
Alice Zanola