Nel Re Lear sono presenti due situazioni in cui viene affrontato il rapporto tra padre e figli.
La prima situazione si apre con Re Lear, re di Britannia, il quale, ormai troppo vecchio per continuare a governare il suo regno, decide di dividerlo in tre parti grandi quanto il bene che le figlie dimostreranno di volergli.
Le prime due figlie manifestano uno sviscerato affetto verso il padre e così ricevono il loro pezzo di terra. L’ultima a parlare è Cordelia, la più giovane delle tre, che si sottrae a questo rito. Rifiutando l’esercizio dell’inganno, è incapace di esprimere il suo vero amore, profondo e sincero, verso il padre (“Il mio cuore non si solleva alle labbra”) e si limita ad enunciare il proprio sentimento con espressioni semplici ma vere (“Amo vostra maestà secondo il mio dovere, né più né meno”). Lear infuriato le dà un’altra possibilità per farle cambiare risposta ma lei rimane sulla sua posizione (“Mio buon signore, tu mi hai generata cresciuta amata. Io ti do in cambio ciò che è mio dovere, ti amo ti obbedisco ti rispetto”). .
Lear decide di cacciare la giovane dal regno, confondendo l’amore con le parole, ma ben presto si accorgerà di aver commesso un errore, poiché Regan e Goneril, le due sorelle maggiori, si riveleranno diverse da come si erano presentate. Infatti, da come si evolvono i fatti, si può intuire come le due ragazze ambiscano al completo potere e aspettino il momento giusto per cacciare definitivamente Re Lear, interpretato da loro come un peso (Goneril:”E’ diventato sempre più capriccioso il vecchio! Nostra sorella è sempre stata la sua prediletta eppure hai visto come l’ha scacciata senza nemmeno un po’ di buon senso.”. Regan: ”E’ la malattia dei vecchi! Del resto ragionevole non lo è mai stato. Non pensi che corriamo il rischio di subire un giorno o l’altro uno di quei suoi scatti improvvisi?”. Goneril: “Bisogna che ci mettiamo d’accordo. ma se nostro padre pretende ancora di esercitare la sua autorità in questo modo, tutta la sua rinuncia al potere sarà una beffa”. Regan: “Dobbiamo pensarci con calma”. Goneril: “Intanto facciamo qualcosa. Battiamo il ferro finche è caldo.”). Cordelia invece, al contrario delle due sorelle, è una ragazza di buon animo, incapace di mentire e che esprime il suo amore solo attraverso parole semplici ma vere.
Re Lear è un personaggio poco ragionevole che si basa sulle apparenze e sulle parole che gli vengono dette. Riesce a farsi ingannare dalle figlie perché vuole sentirsi dire ciò che desidera e non ciò che la gente pensa davvero.
In parallelo a questa storia vi è una sotto-trama che ha come protagonista Edmund, figlio illegittimo del Duca di Gloucester, che giura a sé stesso che otterrà le terre che il padre ha dato a Edgar, il figlio legittimo. Il complotto di Edmund consiste nel mostrare al padre una lettera falsa in cui pare che l’onesto Edgar chieda a Edmund di uccidere suo padre per aver subito l’eredità. Gloucester, al pari di Lear, va su tutte le furie; allora Edmund va da Edgar per informarlo che il padre è arrabbiato con lui e lo incita a scappare. Poco tempo dopo Edgar, dopo essere diventato un mendicante, rincontra il padre e lo salva dal suicidio.
Gloucester preferisce Edgar perché è il suo figlio legittimo e in più è sempre stato il figlio più bravo tra i due; dopo la situazione della lettera però i rapporti si ribaltano ed Edmund diventerà il figlio prediletto di Gloucester.
Sia nella vicenda di Lear che in quella di Gloucester, Shakespeare gioca molto sulla validità stessa delle parole, tentando di sanare la “frattura” verificatasi tra le parole e i fatti; nel Re Lear tale dramma raggiunge una delle tappe decisive del suo percorso e il problema del linguaggio diventa componente centrale dell’opera. “Noi dobbiamo accettare il peso di questi tempi tristi. Dire ciò che sentiamo e non ciò che converrebbe dire.” Afferma Edgar alla fine dell’opera. Ma per giungere a questa consapevolezza , a questa differenza tra parola “falsa” e parola “vera”, occorre passare attraverso la pazzia, la violenza e la morte.
Letizia Casaro (2F)