3C … retrospettiva dalla Polonia

Tempo di lettura: 2 min

 

La 3C con i propri corrispondenti

La 3C con i propri corrispondenti

“Mi raccomando, domani puntuali alle 6 all’aeroporto”. Con questa frase, la nostra esperienza in Polonia ha avuto inizio. Stanchi e desiderosi di un letto, mercoledì 24 Marzo siamo partiti da Caselle e, dopo un viaggio che ci è parso interminabile, siamo arrivati a Zamosc. Eppure, nonostante le cinque ore in pullman da Varsavia ci avessero prosciugato ogni energia, temevamo il momento in cui l’autobus si sarebbe finalmente fermato.

Perché a quel punto avremmo dovuto inevitabilmente scendere e conoscere i nostri corrispondenti polacchi. “Mi piacerà?”, “Di cosa parleremo?”. Le domande e i dubbi erano tanti. Ma quando siamo arrivati, invece della folla di mostri coperti di pellicce e piumini che ci aspettavamo, abbiamo trovato dei ragazzi normalissimi, che ci hanno sorriso e aiutato a portare le valigie, presentandoci amici e genitori in un inglese, se non perfetto, almeno comprensibile.

Anche il clima è stato una sorpresa: preparati a venti gelidi come quelli che a Torino imperversano a gennaio, ci eravamo muniti di piumini e cappotti. Invece la temperatura era di al massimo di un paio di gradi più bassa che a Torino e alcuni giorni abbiamo addirittura potuto sfoggiare magliette a maniche corte.

La prima –favorevole- impressione non si è dimostrata errata: i polacchi con noi sono sempre stati più che gentili e ci hanno accompagnato in giro per la Polonia a visitare campi di concentramento, chiese di legno, città …

In loro compagnia abbiamo scoperto un Paese a cui prima non avevamo dedicato un pensiero, un Paese che è totalmente diverso dall’Italia. Quasi nessuno fra i nostri corrispondenti vive in città e ogni mattina dovevamo fare un’ora di autobus per raggiungere la scuola, avendo così tutto il tempo per ammirare i paesaggi: campi coltivati ovunque, tanti cimiteri (troppi, come hanno constatato con sgomento alcuni ragazzi) e non una montagna o una collina in vista. Inoltre abbiamo imparato le loro tradizioni e i loro giochi, assaggiato le loro specialità e cantato le loro canzoni. Ci siamo cimentati con parole in polacco (facendo esplodere ogni volta un coro di risate) e siamo usciti con loro la sera.

In poche parole, siamo diventati loro amici (chi più chi meno) e il sabato sera non eravamo più preoccupati per la domenica, da passare in famiglia. Visto che era la Domenica delle Palme li abbiamo accompagnati a messa e abbiamo sopportato i lunghi minuti in ginocchio sulla dura pietra e poi il pomeriggio abbiamo visitato i dintorni.

Insomma, quando siamo partiti sapevamo di lasciarci alle spalle dei nuovi amici, eppure non eravamo tristi, consapevoli che entro un mese sarebbero venuti loro a trovarci e avremmo potuto condividere con loro la nostra città.

 

Anna Aglietta (3C)

30780cookie-check3C … retrospettiva dalla Polonia