In coda per cena le ragazze discutono per una volta non di scuola o di impegni, ma degli auguri ricevuti – o non ricevuti … – per la Festa della Donna. Risulta che alla maggior parte di loro non solo sono stati fatti dal fidanzato, ma anche da amici e compagni di classe, e accompagnati dal mazzolino di mimosa rituale. Il Convitto femminile, in quanto femminile appunto, ha deciso di dedicare un po’ di tempo a riflettere sulla figura della donna italiana ieri e oggi. Una mezz’ora nella quale si è parlato di un tema che oggi è sulla bocca di tutti senza però cadere nel banale. Il momento è stato introdotto da un intervento della coordinatrice delle educatrici del Convitto femminile Filomena Pasquariello – Menina per noi ragazze – che ha brevemente riassunto l’origine della festività dell’8 marzo: proprio in questi giorni cento anni fa nell’incendio di una fabbrica di camicie newyorkese morivano 146 operaie; almeno 39 di loro erano Italiane. Da allora l’8 Marzo è diventato un giorno per ricordare le donne. Al Convitto è stato deciso di ricordare le donne italiane che nel passato ci hanno offerto un modello femminile ben diverso da quello che oggi è mostrato dal mondo televisivo: intervallate da brevi intermezzi di violino eseguiti dalla convittrice Elisa Giardino, le ragazze Karol Poles, Alba Galbusera, Valentina Devido e Manuela Bottiglieri hanno letto alcuni brani sulle vite di Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti e Grazia Deledda. Donne queste che hanno dato onore all’Italia, ma soprattutto al loro genere, dimostrando che non è il sesso a determinare la possibilità di diventare Premio Nobel o grande politica o di riformare completamente l’idea di pedagogia. Onorata di essere come loro donna e – nonostante tutto – donna italiana, auguro a tutte le donne di farsi festeggiare tutti i giorni, facendosi tributare l’onore dovuto alla loro persona.
Chiara Murgia (2C)