“Se muore la vita in un paese… se muore… si perde anche la memoria…”.
Queste parole affiancano la foto di Enrico Pieri, superstite dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, accanto agli altri otto volti di testimoni sopravvissuti alla tragedia, immortalati nella mostra fotografica di Oliviero Toscani del 2003.
Visti quei luoghi, toccata la pietra scheggiata dai bombardamenti e percorso il sentiero della Via Crucis, su, sino all’ossario, abbiamo conosciuto la storia:
quel paese, quella mattina del 12 agosto 1944, veniva distrutto dai nazisti.
Il settantottenne Pieri ci narra, attimo dopo attimo, i fatti di quel giorno, il terrore, lo sgomento di quella mattina, quando in un sottoscala, assieme a due bambine, sue vicine di casa, scampava alla morte, che si portava via i suoi cari nella stanza accanto…
Dopo quest’importante e toccante momento, siamo passati alla visita del Museo di Sant’Anna, nel quale sono esposti foto e documenti, accompagnati da ricordi, commenti e oggetti. Due sale, trenta pannelli in tutto: dalla firma dell’armistizio all’arrivo degli alleati in Italia, dalle esecuzioni e al ruolo delle donne, dai lavori forzati allo sfondamento della linea gotica.
Di fondamentale rilevanza la parete dedicata al cosidetto “armadio della vergogna” di Roma, in cui vennero ritrovati innumerevoli documenti relativi anche alla strage di Sant’Anna. Grazie a questo ritrovamento è stato possibile riavviare i processi archiviati e ristabilire le colpe impunite.
Un’altra teca ha colpito in particolare la nostra attenzione, quella in cui erano esposti aspetti di vita quotidiana: una bambola, un vestito, un portafoglio, delle foto.
Qualche mese fa a scuola abbiamo visto il film del celebre Spike Lee “Miracolo a Sant’Anna”;
il nostro testimone afferma che nulla di quel film rispecchia esattamente gli avvenimenti di quella giornata. L’unica scena veritiera risulta essere quella relativa all’uccisione di centinaia di persone di fronte all’entrata della chiesa. Il racconto del signor Pieri e il diretto approccio con quel luogo sono stati per tutti noi motivo di grande riflessione.
“12 Agosto 1944: vittime della strage fino a 16 anni” è il titolo del pannello, presente sia all’interno della chiesa sia nel percorso museale, che riporta le foto, i nomi e l’età di tutti i bambini della strage.
In onore della memoria s’invitano i visitatori a risalire una particolare Via Crucis, in cui si affiancano, alle formelle di bronzo raffiguranti il Calvario di Cristo, quelle che hanno come soggetto le vittime dell’eccidio. Si invita poi il visitatore a percorrere silenziosamente il sentiero fino ad arrivare dinnanzi al monumento di Vincenzo Gasparetti, l’ossario. Sotto, la valle.
Si tratta quasi di un locus amoenus, circondato da piante ed alberi di ogni genere immerso nella quiete e nel silenzio, lontano dalla valle, isolato…
E senza risposta tutti ci chiediamo: perché Sant’Anna?
Gabriele Dardanelli
Elisabetta Mazzucco
Andrea Montalto