L’immigrazione in numeri – Inchiesta

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Tra i “cattivi” e i “buonisti” ci sono anche i dati reali

 

Negli ultimi tempi in Italia si parla molto di immigrazione, o meglio si grida all’emergenza e in altri casi si paventano oscuri orizzonti di xenofobia e razzismo; ma conosciamo davvero la situazione attuale? Sentiamo parlare di questo fenomeno quasi ogni giorno ma conosciamo soltanto i numeri degli sbarchi a Lampedusa e delle rapine in villa, mentre nessun mezzo di comunicazione ci informa, ad esempio, riguardo l’occupazione degli immigrati.

 

LAVORO: Gli immigrati concorrono al Pil per il 9%

 

Questo tema viene trattato quasi sempre in modo fazioso e senza citare dati, come se si parlasse di temi astratti; ecco perché ho deciso di esporre i dati relativi all’immigrazione in modo tale che si possa conoscere la verità, perché per risolvere un problema bisogna conoscerlo. Secondo gli ultimi dati  Istat del 2009, la popolazione straniera residente in Italia è pari a 3.900.000 unità con un incremento rispetto al 2008 di 467.349 unità. Nel 2008 c’è stato un incremento del 16,8% che è secondo solo a quello del 2004. I dati parlano chiaro: i flussi migratori sono in aumento. Oggi gli stranieri residenti in Italia rappresentano il 6.5% dell’intera popolazione, con un saldo naturale di +60.379. Secondo la Caritas, su quindici cittadini c’è un immigrato, ma , su dieci lavoratori ce n’è soltanto uno. Sono ormai ben più di un milione e mezzo i lavoratori stranieri, che nell’ultimo anno sono aumentati di 150.000 unità, ma sono oltre 500.000 i lavoratori in nero. Secondo un calcolo di Unioncamere, con il loro lavoro gli immigrati concorrono alla creazione del Pil per il 9%;   hanno quindi un’influenza maggiore nella produzione della ricchezza che sul numero complessivo della popolazione. Mentre, sempre secondo Unioncamere, i comuni spendono a favore degli immigrati poco più di un terzo del loro gettito fiscale. Strano ma vero; questi dati non vengono mai citati. Chi non vede negli immigrati niente altro che criminali, dimentica questo aspetto importante. In questo senso l’immigrazione può essere, se ben sfruttata, una reale risorsa. Veniamo ora all’altra faccia della medaglia: nonostante i reati commessi siano in leggero calo, dopo il calo del 4.6% del 2006, il 33.3% dei detenuti è formato da immigrati, in maggioranza clandestini. Il 60% degli immigrati detenuti è in custodia cautelare, contro il 40% degli italiani, cioè è in carcere in attesa di essere processato. La media europea è più bassa e l’Italia è uno dei paesi che risente maggiormente di questo problema che spesso, a mio avviso sbagliando, si è tentati di trattare come questioni di ordine pubblico. Questo renderebbe il clima insostenibile e si correrebbe il rischio di generalizzare e di etichettare le varie comunità straniere, provocando l’ impossibilità dell’ integrazione.

 

CRIMINALITA’: Il 33,3 % dei detenuti è composto da immigrati

 

 

Il dato sulle carceri, per quanto sia significativo, non deve  far gridare all’emergenza, poiché i problemi vanno risolti a sangue freddo, cercando di adoperarsi per un’opera di completa integrazione, a partire dalla seconda generazione di immigrati e quindi dalle scuole. Non bisogna però commettere l’errore di sottovalutare il problema e nascondere la polvere sotto al tappeto. Chi sbaglia paga e in questo bisogna essere inflessibili; non si può togliere a nessuno la speranza di costruirsi un futuro in un altro paese, a meno che in quest’ultimo si diventi delinquenti. La situazione dunque non è particolarmente rosea, ma è bene che si cominci a parlare alla testa della gente e non alla loro pancia. Gridare all’emergenza è come piangersi addosso: non serve.

 

Stefano Vergano (1C)

 

Fonti: Ministero degli Interni; www.demoistat.it; Rapporto Caritas/Migrantes 2008; Unioncamere

 

 

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