Avete presente come funziona la scuola italiana, vero? Bene. Quando arrivate in America e siete dei foreing exchange students dimenticate tutto sul Bel Paese. La vostra giornata sarà scandita da sei ore di lezione. Ogni giorno un’ora, per sei materie. Ci si sposta da una classe all’altra alla fine di ogni lezione, proprio come dai professori e dal Rettore l’anno scorso. Sette minuti per buttarsi in una fiumana di 3500 persone, per muoversi da una classe all’altra in una scuola immensa. Non avrei mai pensato di dirlo, ma sono molto più che sufficienti. Le lezioni sono semplicissime da seguire, i professori ti guidano passo a passo per ogni argomento, facendo sì che tutti, anche i più ottusi, capiscano; e di ottusi, ne ho incontrati tanti. Un esempio: alla domanda “Sei mai stato fuori dagli Stati Uniti?”, mi è capitato di ricevere la risposta “Sì, sono stato in Texas.” La loro cultura generale, in media, è molto bassa. Le lezioni funzionano in maniera progressiva. Se sei bravo vai avanti, altrimenti ti tocca ripetere. Molte materie complicate, che meriterebbero maggiore attenzione, hanno una durata di un anno, per esempio tutto il programma di fisica che non facciamo in 4 o 5 anni, loro l’hanno condensato in uno. Un ottimo modo per imbottirsi di informazioni in breve tempo, per poi dimenticare tutto nelle vacanze estive. Sì, dimenticare! Come sprecare 4 anni della propria vita. Compiti delle vacanze: zero. Leggere un libro e annotarlo consiste nel loro unico dovere. Compito che neanche tutti fanno. I weekend sono quasi sempre liberi e fanno attenzione a non mettere verifiche il lunedì, in quanto lo studente potrebbe già avere dimenticato ciò che è stato insegnato UNA settimana prima. Nonostante questi difetti, ci sono anche molti pregi. I professori sono competenti e preparati. Le classi attrezzatissime: due o tre computer per classe finalizzati a usi differenti, un proiettore che permetta di visializzare sulla lavagna ciò che viene scritto sul PC o su un foglio. Le lezioni frontali non sono di casa qui. Le disposizioni dei banchi è completamente differente e pure l’insegnamento, anche se gli studenti non partecipano mai veramente; la maggiore partecipazione di un allievo è alzare la mano e rispondere a una domanda. Un altro aspetto positivo è che la terza ora è più lunga delle altre di mezz’ora. In questo lasso di tempo avviene l’SSR: è un momento dedicato agli studenti per poter leggere un libro. Trovo sia un’idea veramente intelligente permettere agli studenti di leggere durante il periodo scolastico, perché in linea generale una persona non ha tempo di farlo in pace. Mettendo a disposizione questo tempo, sia la scuola che l’alunno guadagnano. Infine viene presa molto seriamente la sicurezza; si considera addirittura la possibilità di un “Lockdown”. Un lockdown avviene quando uno studente nota qualsiasi tipo di arma nella scuola o nelle vicinanze e lo comunica al preside (è obbligatorio segnalare la presenza di armi ASAP). Il preside a quel punto comunica alla scuola, attraverso gli altoparlanti, la presenza di un maniaco armato. Da quel momento tutte le classi vengono chiuse a chiave e le finestre oscurate. Tutti devono stare in silenzio seduti sul pavimento. Non si può uscire dall’edificio fino a un nuovo ordine della polizia, che nel frattempo avrà arrestato il maniaco. La scuola americana è un’esperienza che va provata nella vita, completamente diversa da ciò che possiamo pensare. È un’immersione nella loro cultura e nei loro stili di vita. È come una doccia fredda quando sei troppo accaldato dalla scuola italiana. Il nostro sistema, sì, ha tanti difetti, ma ha il pregio di offrire realmente una possibilità a tutti di raggiungere un livello culturale di base che, fidatevi, vi servirà sempre, ma soprattutto vi insegna ad avere una certa indipendenza e a crescere, il Convitto in particolare.
Paolo Molinatti (4E)