Un figlio per posta

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Bimbo in scatolaCome fa una coppia ad arrivare perfino ad inviare un seme per posta pur di avere un figlio?
Una di Crema lo ha fatto: hanno provato in tutti i modi ad avere un figlio, ma non riuscendoci si sono rivolti nel 2011 ad una clinica di Kiev.
I genitori hanno deciso di pagare 60.000€: il seme del marito è stato inviato via posta e una donna di Kiev ha offerto il suo utero. Il bambino è nato a fine della primavera. La coppia è arrivata quindi in Italia con il bambino e i due sono diventati genitori. Un impiegato dell’anagrafe, che conosceva i genitori ha capito che la donna non era stata incinta e ha denunciato l’accaduto. La presunta madre ha effettuato il test del DNA e, come si pensava, è stato accertato che lei non è la madre biologica del bambino. Da altri test è risultato che neanche il padre è quello biologico, quindi il bambino è stato affidato agli assistenti sociali. Ora la coppia è finita davanti al giudice e l’udienza è fissata per il 14 gennaio.
Di questo fatto risente il bambino che per un anno è stato cresciuto da due genitori con amore e ora si ritrova senza nessuno. Aver permesso a questa coppia di accudire un bambino per così tanto tempo, per poi assegnarlo ad un’altra famiglia non è la cosa più appropriata; d’altra parte la coppia non può più tenerlo perché cercare di avere un figlio in questo modo è un reato. Quindi, è meglio affidare a un qualcun altro il piccolo oppure permettere alla coppia di continuare a prendersene cura? La soluzione migliore per il bambino sarebbe continuare a vivere con i genitori non biologici e proseguire la solita vita, avendo però la consapevolezza di non essere figlio di coloro che considera mamma e papà. Poiché la legge italiana non prevede questo tipo di gravidanze il bambino verrà molto probabilmente affidato a un’altra famiglia.

Veronica Capra (ID)

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