Un anno a Valencia

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Visione della città dall'altoE per un altro anno è ottobre, ma qualcosa è cambiato: il termometro non inizia più a calare vertiginosamente ma segna ancora 30°, la domenica non sento più arrivare nella mia stanza il profumo della pizza, ma quello della paella.
Qui inizia il mio anno all’ estero che dall’ ombra della mole mi ha portato alla calda Valencia, città allegra e moderna, mi è entrata subito nel cuore.
Appena sceso dall’ aereo, ho trovato una famiglia “loca” pronta ad accogliermi nella loro casa; la loro allegria ha spazzato immediatamente via la timidezza e le ansie che avevo accumulato durante gli ultimi giorni d’ estate.
I miei tempi morti sono stati colmati da dei compagni di classe fantastici, dalle partite di calcio e dalle passeggiate per le strade della città.
Ogni giorno c’è un motivo per festeggiare, per illuminare il cielo con rumorosi fuochi d’ artificio pronti a farti vedere uno spettacolo pirotecnico in qualsiasi ora, anche quando, a volte, preferiresti dormire tranquillamente.
Guardando la televisione te ne accorgi: le differenze tra l’ Italia e la Spagna non sono molte, stesse condizioni economiche, stessa indignazione contro i politici e le differenze si riducono alla “siesta” pomeridiana e ad una cena spostata più in là nel tempo.
Il legame con Torino è ancora forte ma ci vorrà ancora del tempo per svegliarmi e dire addio a questo fantastico sogno.

Joshua Pandolfi (4F) – corrispondente dalla Spagna

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