Gran fermento per le vie delle città, gente che ormai non parla d’altro da settimane: domani, domenica 9 novembre 2014, gli abitanti della comunità autonoma di Catalogna voteranno per la loro indipendenza.
La votazione, sebbene sia puramente simbolica poiché non autorizzata dalla capitale madrilena, è molto attesa da tutta la popolazione e sarà gestita da volontari dell’associazionismo indipendentista, provenienti da oltre tremila organizzazioni e enti sociali che negli ultimi mesi si sono impegnati a diffondere la loro ideologia. Tra le motivazioni principali per la rivendicazione dell’indipendenza si trovano la forte ricchezza economica della zona, che viene indebolita dall’obbligo di dover versare la maggior parte delle risorse prodotte al governo centrale, e l’intenso amore per l’identità nazionale dei suoi abitanti.
Amore che non ha ancora smesso di stupirmi per la sua tenacia, avvertita ogni volta come fosse la prima, nonostante io stia risiedendo in questa zona da quasi due mesi.
Amore che si osserva in tutti i momenti della vita quotidiana, dal “Bon dia” che dà inizio alla giornata a scuola e che permette di notare la sentita diversità linguistica dal resto della Spagna, al forte interesse che provano i giovani per la politica interna, che mi fa vivere circondata da diciassettenni che conoscono qualsiasi possibile meccanismo governativo probabilmente meglio dei loro stessi genitori e che non perdono occasione per discutere sul futuro del paese, sapendo coinvolto direttamente il proprio.
Amore che si scopre semplicemente camminando per la città, alzando gli occhi e accorgendosi della numerosa presenza di Estelades, bandiere che simboleggiano la lotta per la libertà catalana appese ad ogni edificio, o venendo fermati per strada da una anziana, che con enorme gioia e ignorando la mia provenienza mi raccomanda di votare a favore dell’indipendenza.
“Perché anche se non mi resta molto da vivere, voglio vivere in un paese migliore”, dice con un sorriso. E mi offre un momento per riflettere, nel mio stress pre-esami, su quanto le cose potrebbero cambiare, su quanto gli abitanti sarebbero più sereni, se solo la Catalogna di cui sono tanto orgogliosi fosse già indipendente.
Diletta Muccilli (4D) – corrispondente da Barcellona