“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” – Art. 2 della Costituzione Italiana
“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.” – Art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Carlo Giuliani, simpatizzate del movimento no-global, muore a Genova il 20 luglio del 2001, dopo essere stato colpito da un proiettile sparato dal carabiniere Mario Placanica. Numerose sono state le controversie riguardo all’accaduto: effettivamente il ragazzo aveva tentato di colpire il suo uccisore con un estintore. È indubbio però che il rapporto pistola-estintore sia impari, ed è altrettanto ovvio che l’uomo, in quanto tale, ha il diritto di errare. Ciò che però lascia pensare è che il carabiniere, al ricevere la sua nomina, diventa automaticamente rappresentante dello Stato e che, se lo Stato ha il dovere di garantire la vita e la sicurezza ai cittadini, diritti inalienabili dell’individuo, è inammissibile lasciare impunito un rappresentante ufficiale di esso che, evidentemente senza volerlo, ha commesso uno sbaglio. In questo caso non ci si può appellare alla coscienza, in quanto lo Stato non è coscienza ma scienza: la Costituzione Italiana, così come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sono state scritte con scopi ben precisi tra cui, indubbiamente, quello di essere rispettate.
Il 21 novembre 2008 muore, dopo il crollo del soffitto della sua aula, Vito Scafidi, studente diciassettenne del Liceo Scientifico Charles Darwin a Rivoli (To). La “tragedia”, così come è stata definita dai media e dai coinvolti, ha destato una forte scossa negli animi degli Italiani tutti: fiaccolate e manifestazioni di solidarietà sono state organizzate nei giorni successivi all’accaduto ma…a quale pro? In questo Paese di “romantici” si pensa molto al sentimento, forse troppo: si riesce sempre, infatti, a mascherare la responsabilità per mezzo della sensibilità. Si è trattato di un triste evento casuale o tutto ciò è frutto di un nesso di causalità radicato in problemi di fondo ben maggiori? Quesito che, sicuramente, può dare infinite ed indefinite risposte. E se realmente fosse un problema di responsabilità chi si dovrebbe accusare? Le colpe sarebbero di molti ma, in primis, andrebbero rivolte all’entità statale. Non si parla di diritto alla “percezione di sicurezza”, bensì di diritto alla “sicurezza”. Ogni individuo contribuisce all’esistenza della nazione ma dato che, egoisticamente, il mondo funziona secondo un principio di do ut des il nostro diritto di poter vivere in totale sicurezza si trasforma nel dovere di esigere la messa in atto di esso. Tuttavia la maggioranza degli eletti parlamentari preferisce dar la precedenza ad altre spese (aumenti di stipendio per loro stessi, aiuti alle banche che da sempre hanno ingannato il popolo ed ora ne cercano la fiducia, garanzie per l’Alitalia, ecc.) senza curarsi troppo di altre problematiche.
Ad Atene continuano a scendere in piazza i Greci dopo l’uccisione del quindicenne Alexis Grigoropoulos avvenuta lo scorso 7 dicembre. Il caso è analogo a quello del nostro connazionale Giuliani e, così come era stato per Placanica, il poliziotto ateniese è giustificato da un caso malvagio e ingiusto: il proiettile mortale è infatti, secondo le autorità greche, rimbalzato in quale dove sconosciuto, prima di perforare le carni del ragazzo.
Si tratta di fatti dalle caratteristiche e dai presupposti affini che hanno dato risultati giuridici simili se non uguali e, parallelamente, esiti popolari differenti: molti Italiani non condividono ma accettano le scelte delle autorità. I Greci invece, che eran soliti citare il “caso” nella loro antichissima mitologia, preferiscono ora, nel 2008, guardare alle cause e non tacciono, non hanno paura di agire e di ammettere le loro colpe: prima di tutto quella di aver eletto un Governo, del quale non condividono più le idee. Le frasi fatte hanno sempre un fondo di verità; hanno davvero ragione all’estero: “gli Italiani sono pigri!”
Stefano Castello (5D)