Un rientro multiculturale

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Multiculturalità

 

Dalla lavagna girevole a quella multimediale, del registro cartaceo a quello integralmente elettronico, dall’infinita lezione frontale alla presentazione in power-point tutta diapositive, colori e musica. Senza dubbio la nostra scuola è cambiata parecchio negli ultimi tempi. Le novità tecnologiche che abbiamo incontrato al nostro rientro dalle vacanze meritano sicuramente una riflessione più approfondita, che presto arriverà sulle nostre pagine. Per ora, soffermiamoci però su un altro aspetto: è la quarta settimana di scuola e i corridoi cominciano già ad ospitare facce sconosciute, si affollano più del solito, risuonano di discorsi in lingue straniere. Già due le classi coinvolte, fin dai primissimi giorni di scuola, in uno scambio culturale (e prima della fine dell’anno il numero arriverà alla doppia cifra). La parola stessa è sufficientemente eloquente: un’iniziativa che permette a studenti di paesi differenti di vivere a turno l’uno la cultura dell’altro, di incontrarsi e di scambiarsi le proprie scuole, le proprie città, le proprie case e le proprie abitudini. Un’iniziativa che non nasconde le sue difficoltà ma nemmeno il suo fascino. La lingua straniera che fino a quel momento è rimasta confinata fra le pareti dell’aula, fra le domande del compito in classe o dell’interrogazione, deve ora prendere forma sulle nostre labbra per la semplice necessità di comunicare. Ci si rende presto conto che, nonostante qualche frase sgrammaticata e qualche altra espressa a gesti, non è poi così difficile riuscire a capirsi se davvero ci si vuole provare e alla fine della prima settimana frenetica e stancante, in casa propria o in quella altrui, si aspetta con ansia la seconda qualche mese dopo, per rivedere quelle che ormai non sono più solo facce sconosciute.

Fino a qualche decennio fa, gli studenti della scuola italiana potevano sperare in una visita a Firenze, al massimo in quinta una meta europea “economica”, ora incontriamo per la scuola Francesi, Tedeschi, Spagnoli, Svedesi, Panameñi e non possiamo certo dire (almeno su questo) che sia peggio di una volta. Certo siamo ben consapevoli che non per tutti i nostri “colleghi” sia così. ma osservando il multiculturale via vai che ogni giorno ci accompagna nei corridoi, non ci resta che augurare a tutti: BUON VIAGGIO!

 

Federica Baradello (3F)

Scambio ... culturale

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