Prime impressioni australi

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Morrinsville

Morrinsville

“L’Italia è tanto diversa dalla Nuova Zelanda?” chiedono in molti quando scoprono che provieni dall’altra parte del mondo.

La risposta è semplice: “Sì”…. poi, arriva il difficile: “Perché?”.

“Perché è tutto più verde, si guida dall’altra parte della strada, non esiste il riscaldamento centralizzato e le stagioni sono invertite” rispondi di getto, perché ci sono differenze che saltano subito all’occhio: sono quelle diversità di cui un qualsiasi turista che abbia mai preso un aereo diretto a Aukland si sia accorto.

C’è parecchia differenza, però, tra una famiglia partita per le vacanze nella terra dei kiwi e una ragazza sedicenne pronta a viverci sei mesi.

Se fai parte della seconda categoria ti accorgi che la riposta che hai dato non è la verità.

Lo è solo per una minima parte, perché dopo pochi giorni passati in paesino chiamato Morrinsville, collocato più o meno nel nulla, ti rendi conto che la vera differenza tra l’Italia e la Nuova Zelanda è una ed è semplice: in Nuova Zelanda si vive meglio.

Qui infatti, nessuno ha mai fretta, le pagine di cronaca locale non sono tappezzate di resoconti d’incidenti stradali, alle sei tutti sono a casa con le gambe sotto il tavolo, alle sette e mezza c’è “il film della sera” e alle nove si va a letto… ed è così che al mattino hai voglia di alzarti! A scuola i ragazzi non sanno quasi cosa significhi la parola “compiti a casa” ma conoscono bene quella “laboratorio”, e sembra che le cose le imparino lo stesso, anzi, forse anche meglio.

La divisa toglie il problema dell’apparenza, dell’aspetto fisico; si può arrivare in ritardo in classe: nessuno ti dice niente, ma nessuno lo fa.

Ed il motto di una scuola può anche essere: “Relax take it easy”.

Certo, all’inizio è strano e quasi ti manca la vita frenetica e stressante. Ma solo all’inizio! Dopo le prime settimane comincia a essere quasi normale non avere niente da fare dopo le lezioni e svegliarsi la mattina felice che finalmente il sole sia sorto e avere voglia di andare a scuola. Ed è per tutto questo che vale la pena prendere un aereo, lasciando tutto e tutti per sei mesi: semplicemente per staccare la spina e vivere alla giornata in questo paese così verde, in cui tutti giocano a Rugby.

Sofia D’Angelo

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