Se solo …

Tempo di lettura: 3 min

 

Chiudo gli occhi.

Stringo quel cuscino come fosse l’unico appiglio che mi lega a questo posto, così vuoto eppure così pieno di ricordi.

Il disegno ormai sbiadito ricorda la felicità di un tempo e mi sforzo più che mai per vedere quei colori ancora nitidi. Per sentire quella frase ancora attuale, ma non posso.

Non è possibile fermarsi.

Il mondo corre troppo veloce e nessuno più ormai si prende una pausa.

Nessuno più riflette, né da valore al tempo.

Nessuno.

Vorrei poter non sentire nulla, nessun rumore, nessuno. Il niente più assoluto.

Qui, chiusa in questa stanza come fossi in una fortezza, vorrei poter solo più sentire i battiti del mio cuore e immaginarmi mille volte ancora, se non più, quell’attimo. Un attimo andato ormai perso per sempre. Un attimo in cui tu eri ancora qua accanto a me.

Ma tutto ciò non può essere, tutti vorrebbero fosse possibile, ma mai lo sarà, mai.

Ora la realtà mi travolge: tu non ci sei più, né mai tornerai.

Mi perdo così; pensando ad un passato che sta diventando sempre più lontano.

Chiudo gli occhi e ti rivedo.

Allegra come non mi capitava da tempo, assaporo secondo dopo secondo quel piccolo dono della memoria. Ti vorrei qui ora.

Non posso più aspettare, ho bisogno di parlare con te e così, come una povera pazza, mi ritrovo a parlare da sola. Chiusa nella mia stanza, nel buio più assoluto penso a tutto ciò che vorrei dirti. Un vortice di idee, di pensieri, di paure e di sorprese riempie l’aria viziata di una camera troppo piccola per contenere tutto.

Quasi riesco a vedere i miei pensieri aleggiare nel vuoto e risplendere, talvolta di una luce sinistra, all’ombra della Luna.

Mi spavento e un brivido mi percorre la schiena.

Trattengo il fiato per un attimo.

Conto fino a dieci; niente.

Era tutta fantasia.

Guardo le stelle e ti immagino sorridente che mi ascolti, che ti racconti, che sveli frammenti di una vita ormai passata e mi sento onorata di aver condiviso con te quei ricordi. Vorrei che quel tempo non fosse perduto. Avrei voluto condividerlo con te quel passato, solo con te, perché nessun altro sarà mai così unico.

Mi manchi e mi sento sciocca a rimanere qua a vagare per questa casa in cui ogni cosa mi parla di te senza ritegno, senza dolcezza.

La realtà uccide, mi uccide. Dentro.

Quel silenzio che un attimo fa anelavo ora  mi spaventa, mi fa sentire piccola e sola e ti vorrei per un attimo solo.

Un attimo lungo un’eternità.

Il tuo profumo. La tua voce.

Una frazione di secondo.

Un desiderio.

Un’utopia.

Il telefono suona.

La magia svanisce e crollo nella realtà.

Domani, domani e ancora domani. La vita va avanti e tu non ci sei e se ci ripenso mi sento svanire.

Nessuno potrà mai capire, o meglio, colmare questo vuoto.

Persa di nuovo in me stessa non sono in grado di comprendere quello che la voce all’altro capo del filo vuole dirmi. Rispondo automaticamente, mi sento un automa.

Ho bisogno di solitudine.

Stacco la conversazione, forse saluto forse no. Ora non è importante.

Apro d’istinto l’acqua della doccia, il getto scorre veloce e caldo sulla mia pelle, mi sento rivivere ma un’ombra ostinata, velata di rimorso o dolore, non si toglie dalla mia testa.

Mi ritrovo così, accovacciata su pavimento troppo bianco, sotto un’acqua troppo calda e piango.

Le lacrime non si fermano più.

Non le posso né le voglio fermare.

Ho bisogno di certezze, ma tutto ora mi sfugge.

Vorrei fermare il tempo, ma è impossibile.

Rallenta rallenta rallenta. Ti prego rallenta.

Il rumore della pioggia accompagna, come in un film, il ticchettio insistente delle lacrime, miste a gocce d’acqua e forse schiuma, sul pavimento gelido come il mio cuore.

Non parlo più da sola adesso. So che ci sei.

Ti racconto tutto, ogni minimo dettaglio, ogni singola sciocchezza e vedo il tuo viso e immagino la tue risposte.

Ormai ti conosco come le pagine di quel libro che leggevi e rileggevi senza sosta.

Parola dopo parola. Frase dopo frase.

Mi sento svelata, fragile, ma so che tu mi ascolterai, ovunque ti trovi. So che mi proteggerai.

Ora più che mai ti sento qui, accanto a me.

Un minimo di pace pervade il mio animo.

Ora, e solo ora non sono più sola.

Non sarà per sempre, ma l’infinito è fatto di frazioni di secondo.

 

Carlotta Monge (4C)

159290cookie-checkSe solo …