America, prime impressioni

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Un imponente edificio proprio davanti a me con tre campi da football, due da calcio, due da baseball, tre piscine:  ecco, questo sarà il luogo in cui per quest’anno andrò a scuola. Mi ricordo ancora il mio primo giorno di liceo: ero spaventato, ma stavolta entrare in questo enorme edificio è stato davvero pauroso.

La scuola accoglie quasi 4.000 studenti con più di 400 aule, durante gli intervalli o le pause tra una lezione e l’altra è veramente difficile camminare. Una volta che si è usciti dal gorgo di persone e si è trovata la propria   classe (a differenza dell’ Italia qui i professori hanno le proprie aule) ti siedi sul tuo banco e  subito noti una schiacciante differenza tra la scuola pubblica americana e la scuola pubblica italiana: i banchi sono puliti, ci potresti quasi mangiare sopra, a seconda della materia l’aula  è decorata con poster e cartine, ogni professore ha un proiettore e almeno due computer con lavagne interattive .

Insomma c’è qualche differenza con la scuola in cui sono cresciuto, ma non solo, i professori americani tutti i giorni danno molti compiti e il giorno dopo li ritirano, e li riconsegnano con voto.

Ma soprattutto la differenza più schiacciante, quella che probabilmente sconvolgerà la metà degli studenti italiani, gli americani non copiano e se i tuoi compagni ti beccano a copiare da loro si offendono e appena finito non si guardano intorno per suggerimenti degli ultimi minuti ma girano il foglio per evitare che al vicino cada l’occhio, eliminando così  le già deboli tentazioni.

La scuola per gli studenti americani rappresenta moltissime cose: socializzazione, sport, istruzione, eterni ricordi, la scuola incita i propri studenti a praticare uno sport e fornisce loro ogni singolo mezzo. Ogni scuola ha la sua squadra varsity di football, la squadra composta da seniors, cioè da studenti dell’ ultimo anno, e ogni venerdì tutta la scuola si veste coi colori della squadra e va a vedere il match: sono tutti allegri, la  banda suona, le cheerleader ballano, i giocatori si prendono la gloria, gli spalti sono ordinati e puliti. Se la propria squadra perde si è un po’ tristi ma si pensa sempre “Ci siamo divertiti, la prossima volta andrà meglio!” e senza tante parole inutili i giocatori si allenano  tutta la settimana e vincono la partita successiva.

La scuola è come un microcosmo a sé, in cui gli studenti passano volentieri la maggior parte delle loro giornate: anche la domenica c’è gente a scuola che fa sport o che organizza qualche club.

Tutti mi hanno  sempre detto che gli anni di liceo saranno i più belli della vita, io adesso dopo un mese  posso dire che il mio  anno di high school potrebbe essere il più bello della mia vita.

 

Edoardo Fiorilla (4C)

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