Sotto la neve bagnata e acquosa, percorriamo le strade di Bardonecchia al buio verso il Palazzo delle Feste. Alcuni sono stati scoraggiati dal maltempo, altri dalla finale di Coppa Italia e la platea del teatro è affollata più dai musicisti stessi che dai loro spettatori. Si appresta a cominciare la mezzanotte bianca (il tempo sembra aver ironizzato sul significato dalla parola), dedicata interamente alla musica. Fra il Palazzo delle Feste e il Villaggio Olimpico si esibiranno studenti di tutti i Convitti in performance musicali, dalla classica al rock. I ragazzi, in attesa di cominciare, scaricano la tensione solfeggiando qualche nota fra le poltroncine rosse della sala e si scambiano gli ultimi consigli.
Le prime a salire sul palco sono due cantanti del Convitto di Venezia, Linda e Carolina, che accompagnandosi con il pianoforte hanno eseguito alcuni brani di cantautori conosciuti (“Let it be” dei Beatles, “I’m with you” di Avril Lavigne) e altri tratti dalla colonna sonora di film d’animazione Disney. “Siamo abbastanza soddisfatte” ci confidano scendendo dal palco “anche se avevamo già suonato davanti al pubblico in alcuni locali, farlo qui è stato molto emozionante”. Al centro del palco poi Giulio Campedelli, violinista del Convitto
Nazionale di Parma, che con un po’ di emozione esegue due brani di Vivaldi e Quantz: “Finora non sono molto contento dell’organizzazione … Suono il violino da quattro anni e mezzo e in altre occasioni ho suonato molto meglio, ma questa volta è andata così…”.
Del Convitto ospite Umberto I si presenta un’orchestra formata da una trentina di ragazzi diretti dalla prof.ssa Dragone. Suonando flauti dolci soprani, tenori e contralti, flauti traversi e un contrabbasso, propongono musiche tradizionali klezmer e altri brani conosciuti fra cui “Summertime” di George Gershwin e “Sing sing sing” dei Prima.
Il gruppo successivo, altrettanto numeroso, è formato da chitarristi, flautisti, pianisti e percussionisti del Convitto di Vibo Valentia coordinati dalla prof. Loschiavo e dal maestro Repela. Iniziando con l’Inno Italiano proseguono con “Inverno” di Vivaldi, “Aria” di Bach e “Il mattino” di Grieg per poi passare a “Nuovo Cinema Paradiso” di Morriccone, “Libertango” e “La vita è bella” con un impegno e un affiatamento degno di un’orchestra professionista. “Vogliamo dedicare questa esibizione frutto di mesi di lavoro al nostro compagno Domenico,che oggi è stato portato d’urgenza in ospedale per un intervento di appendice …” vogliono ricordare prima di cominciare. Dopo il concerto incontriamo alcuni rappresentanti del gruppo: “Abbiamo provato tanto. E’ da gennaio che ci incontriamo. Ogni strumento ha provato separatamente con il proprio professore, ma una volta a settimana inizialmente, due nell’ultimo periodo prima di partire, ci riunivamo per provare tutti
insieme. Non è stato facile, ma adesso siamo contentissimi: é stato davvero emozionante!”.
Spettacolo davvero sbalorditivo, poi, quello dei percussionisti del Convitto Nazionale per sordi di Roma, di cui abbiamo avuto già un promettente assaggio all’inaugurazione. Aprendo con quello che ormai potrebbe essere definito il loro inno, “Deaf Mambo” di Sergio Quarta, coinvolgono tutta la platea in un lungo trenino attraverso il teatro suonando “L’ombelico del mondo” di Jovanotti, regalano un omaggio a Napoli nella “Tammurriata nera” per poi concludere presentandosi al ritmo di “We will rock you” dei Queen circondati da un’ovazione di mani vibranti nell’aria e di applausi sonori.
Reduci dalla partita, conclusasi non esattamente come speravano, anche gli artisti del Convitto di Roma salgono sul palco, presentando un insieme di brevi performance eseguite da allievi diversi, fra cui alcuni brani di Allevi al pianoforte.
Per concludere in bellezza, tornati al Villaggio sotto la neve che non ha smesso di coprire i tetti e le strade, viene servita una bollente cioccolata per aiutare spettatori e musicisti a trovare riparo da un cima invernale decisamente fuori luogo.
Federica Baradello