Intervista (d)al grande capo

Tempo di lettura: 3 min

 

... il grande capo

... il grande capo

Ore 22,27: arrivo di fronte alla porta della segreteria, cuore pulsante delle Convittiadi. Il nostro compito: intervistare l’organizzatore ed il “capoccia” dell’evento.

 

 

Disgraziatamente l’ufficio è ancora chiuso e le nostre speranze di concludere l’articolo entro le 3 di notte in un momento svaniscono.

Ore 22,54: trionfale ingresso al cospetto del capo.

Ci sediamo, un po’ intimoriti, ma contenti di poter infine conferire con il nostro idolo. Siamo convinti, ovviamente, di condurre una banale intervista tradizionale, ma all’aprire delle nostre bocche il Chiarissimo ci illumina con una sorprendente idea: capovolgere i ruoli. Saremo noi, i giornalisti, a rispondere alle domande.

E così ecco le domande a cui siamo stati sottoposti da Francesco Chiaravalloti.

 

Come vi siete trovati qui a Bardonecchia?

Riccardo: Molto bene. E’ stato tutto molto bello.

Annalisa: Vogliamo parlare del tempo?

R:  Ma quello non era di sua competenza, forse.

A: no, comunque nel complesso è stato proprio bello, bello, bello

E il cibo?

A e R: caspita! eccellente!

(iniziano  sproloqui da parte di tutti sulla bontà del cibo e l’apporto calorico)

 

Il capo, anche alle11 di notte riceve una visita, proprio perché lui sì che è un pezzo grosso!

 

L’intervista continua:

Stanchi?

R: molto.

A: diciamo che si lavora!

R: lei sembra più rilassato, invece, professore.

C: eh… ormai siamo agli sgoccioli.

R: ha scelto lei l’incarico di organizzatore delle Convittiadi o le è stato “affibiato”?

C: mi è stato dato dall’ANIES (associazione nazionale istituti educativi statali)

R: beh, carini a pensare a lei, no?

C: sì, è da giugno dell’anno scorso che andiamo avanti.  Inizialmente si era pensato a Sestriere, ma l’altitudine della località avrebbe potuto rappresentare una difficoltà.

C’è da dire che il Comune di Bardonecchia ci ha offerto alcuni benefici: per esempio la possibilità di utilizzare le strutture, fondi per le premiazioni (coppe, medaglie, …), un prezzo vantaggioso per i partecipanti.

 

Come vi è venuto in mente di partecipare come ufficio stampa alle Convittiadi?

A: Non sappiamo cosa ci sia stato alla base dell’idea: un bel giorno riceviamo un’e-mail dal professor Pizzala in cui viene comunicata ai membri della redazione del giornale d’istituto la nostra partecipazione alle Convittiadi come ufficio stampa. Non avevamo idea di cosa fosse un ufficio stampa, ma in qualche mese siamo riusciti ad organizzare il tutto.

 

Qual è stato l’atteggiamento degli altri convitti nei vostri confronti?

R: ho trovato che gli altri convitti siano stati estremamente rispettosi e seri nei confronti del nostro incarico e che nessuno abbia sottovalutato l’importanza dell’informazione all’interno di quest’evento relativamente piccolo.

A: spesso siamo anche stati fermati per i corridoi per sapere i risultati…

 

E commenti da parte di chi leggeva?

R: mah, di commenti non molti, però alcuni a mezzanotte ci braccavano per strada per sapere dati di cui non ricordavamo neanche l’esistenza! In questo senso, secondo me, andava organizzata meglio, nel senso che era necessario far capire meglio il ruolo di noi redattori.

 

Quindi avete lavorato, avete mangiato bene, divertimento assicurato e per di più avete tagliato la scuola, che non fa mai male…

R: ha ragione sui primi tre punti, però quando si torna a scuola niente sconti!

Attraverso lo stratagemma dell’astuto Francesco Chiaravalloti non siamo riusciti a svelare i segreti dell’organizzazione delle Convittiadi, ma di certo siamo riusciti a tracciare il bilancio di una settimana densa di attività, sport e cultura, vista sotto tutti i punti di vista dei suoi organi costituenti.

 

Queste le domande e le risposte dell’originale intervista al contrario dal coordinatore di questo grande evento, che ricordiamo aver unito 35 convitti e più di 1700 studenti-atleti da tutta Italia.

 

Annalisa Chiodetti, Riccardo Tione

 

171430cookie-checkIntervista (d)al grande capo