Nello spettacolo teatrale Arlecchino e il colore dei quark si assiste alla costruzione di un mondo fiabesco destinato a rivelarsi a poco a poco sempre più reale. Sotto l’esperta guida artistica del regista Marco Alotto, tre giovani attori, Valentina Aicardi, Roberta Maraini e Matteo Volpengo hanno ricreato, sull’unico sfondo di una coperta colorata, la fiaba della fisica delle particelle. Alla ricerca di nuovi colori con cui tessere un vestito per la sovrana, la Regina, Arlecchino e Ginevra la fruttivendola hanno trascinato un pubblico di studenti appena sbarcati sul pianeta della fisica, nel mondo dell’infinitamente piccolo. Quasi precipitati nella tana del Bianconiglio, hanno vorticato fra le particelle che compongono la materia, l’atomo, i protoni e i neutroni stessi: i quark. Caratterizzati da diversi colori e sapori, i quark devono il loro nome al Finnegans Wake di James Joice dalla sua frase “Three quarks for Muster Mark!”. Mentre li cerca fra la frutta e la verdura di Ginevra, Arlecchino scopre con il suo aiuto, l’equivoco creato dalle parole “colore” e “sapore”, proprietà che distinguono i quark, ma che non hanno niente a che fare con il significato comune. Raccolto lo spunto per trattare della luce naturale e del suo spettro di colori, sul palco hanno poi preso forma i legami che, in base al colore e al sapore, stringono fra loro le particelle che costituiscono la materia. Esistono sei diversi sapori (up e down, charm e strange, top e bottom), tre diverse cariche di colore (red, blu and green), e i legami che li uniscono costituiscono la forza stessa su cui la materia ha potuto prendere forma. Sono i gluoni a tessere le “interazioni forti” fra i quark e ad unirli secondo forze che hanno ancora molto di misterioso.
Tre colori, tre particelle unite l’una all’altra, tre personaggi che ne rappresentano i movimenti. Il testo è ad opera del Dr. Marco Montena, fisico delle alte energie che collabora con il CERN nell’esperimento ALICE e che ha poi approfondito da un punto di vista più scientifico, per guidare definitivamente il pubblico fuori dal paese delle meraviglie e svelare come la fisica non sia altro che il mondo reale. Uno scenario che conduce per mano, fra meraviglia e realtà, e sembra voler legare, con quelle stesse interazioni deboli e forti che uniscono fra loro quark e gluoni, la fisica al teatro, il teatro alla fisica, scienza in poesia, poesia nella scienza.
Federica Baradello (4F)