Berlino: il lento scivolare del domino

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 Speciale Berlino 2009

 

9 novembre ... vent'anni dopo

9 novembre ... vent'anni dopo

Fra le macerie del muro di Berlino, nel Novembre dell’89, risuonavano le note di Bach. Si alzavano da un unico strumento, il violoncello di Mstislav Leopol’dovič Rostropovič, un concerto improvvisato per esprimere la gioia della ritrovata libertà. Proprio sulla libertà è incentrato il discorso di Angela Merkel, ex-ragazza della Berlino Est, ora Cancelliere tedesco, per la commemorazione della caduta del muro. “La libertà non viene da sola”, alle spalle la porta di Brandeburgo, davanti mille tessere di domino allineate, realizzate dalle scuole di Berlino. La notte del 9 novembre ’89 vennero superati i confini di un’epoca, confini che sembravano insormontabili, afferma la Cancelliera, e anche oggi possiamo riuscire a farlo, mantenendo viva la voce della libertà per affrontare, questa volta uniti, le sfide del XXI secolo.

Con il crollo del muro di Berlino, venti anni fa, si è sgretolata anche la cortina di ferro che per anni aveva opposto capitalismo e comunismo, USA e URSS, est e ovest. Nel 2009 sono molti i muri ancora in piedi a separare paesi, città, persone. In Israele i territori palestinesi sono separati da quelli dello Stato di Israele da un muro di cemento decorato dai graffiti di chi sogna di farlo cadere; fra Messico e Stati Uniti “The Wall” si riempie delle croci in memoria dei latinoamericani che muoiono nel tentativo di superarlo; in territorio africano le “isole” spagnole di Ceuta e Melilla si cingono di cemento e filo spinato, separandosi dalla cultura che le circonda. “La libertà non viene da sola”, ma se a Berlino Lech Walesa  ha potuto dare la spinta al primo tassello innescando la reazione a catena che ha attraversato come un onda tutta la piazza, sono molti i paesi che ancora non riescono ad abbattere il loro domino. La caduta del muro ha rappresentato per i tedeschi e per gli europei il ritrovamento dell’unità, la prova materiale che il muro materiale ed ideologico che li separava, poteva davvero essere abbattuto. Un evento che dopo vent’anni viene ricordato facendo cadere le tessere del domino, ma che per quanto abbia rappresentato una svolta nella storia del mondo, non è riuscito ad innescare una reazione a catena. Se come dice Angela Merkel anche oggi possiamo riuscire a superare i confini della nostra epoca, perseguendo la libertà, il domino di Berlino dovrebbe dare una spinta anche agli altri. L’esperienza Tedesca dovrebbe servire non soltanto alla Germania, né all’Europa, ma al mondo, dando la possibilità anche a Palestinesi, Israeliani, Africani e Messicani di far cadere i loro muri, così come hanno fatto i Tedeschi ascoltando le note di Bach mentre a poco a poco si sgretolava, come il lento scivolare delle tessere del domino.

 

Federica Baradello (3F)

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