L’Umbertimes in visita a La Stampa: il fruscio delle idee

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La Redazione in missione notturna, obiettivo La Stampa

La Redazione in missione notturna, obiettivo La Stampa

<<Mi raccomando: silenzio e discrezione>>. Sono queste le condizioni imposte durante la visita alla redazione de La Stampa. Entriamo venerdì 27 sera per assistere alla chiusura del numero di sabato 28 novembre. E’ una serata tranquilla a quanto dicono, solo una ventina di persone (compreso Mario Calabresi, il direttore) sono rimaste per concludere i ritocchi grafici. Regna un’atmosfera che definire familiare può suonare arrogante da parte nostra, “giovanissimi” redattori, ma che in alcuni piccoli particolari ci ricorda il nostro martedì pomeriggio: fogli sparsi un po’ ovunque, le ultime facce stanche che discutono l’ultimissima bozza, qualche computer ancora acceso. Regna una tranquillità strana, frutto forse dell’esperienza frenetica della mattinata e del pomeriggio che si è ormai esaurita. Chi si fosse aspettato una specie di laboratorio informatizzato ha dovuto ricredersi: la carta regna ancora sovrana in Redazione, occupando ogni tavolo, sedia o scaffale, ricoprendo tutte le postazioni di lavoro, comprese quelle vuote, sommergendo i timidi effetti personali dei vari lavoratori assenti che ogni tanto sbucano sotto forma di immagini, fotografie o semplici portachiavi. Gli schermi sono tanti, certo, ma l’arredamento in legno (o quasi), i vecchi volumi e gli archivi, depositari della lunga storia e dell’esperienza della redazione sembrano addolcire il profilo freddo delle macchine, riportando l’idea di giornalismo alla versione più classica e affezionata dell’informazione: il cartaceo. I giornalisti e i vari collaboratori fanno finta o ci ignorano proprio, mentre noi li guardiamo curiosi in silenzio, come bambini che non sanno bene come trattare tutti quegli adulti indaffarati con l’aria seria che vanno su e giù. L’addetta che ci guida nella visita ci spiega e ci impressiona con una serie di dati riguardanti sia la tempistica della gestione delle informazioni (scelte tempestive, eventi dell’ultimo momento), sia la distribuzione dei diversi compiti, che coinvolgono una redazione di circa trecento persone. Bisbigli vari quando arriva il direttore, che dà un’ultima occhiata alla prossima prima pagina e la dichiara ufficialmente pronta, regalando anche una piccola anteprima con autografo e un sorriso ad una delle spettatrici più piccole. Prima parte della visita terminata (… di già?) Fa una certa impressione vedere in anteprima l’edizione che nel giro di poche ore avrà invaso migliaia di strade. Basta solo che quell’unico modello vada in stampa, così ci dirigiamo alle rotative. Il silenzio carico di idee e progetti quasi tangibili nell’aria lascia il posto ad un rumore decisamente più forte e alla potenza delle nuove rotative, che da Gutenberg hanno fatto parecchia strada, riuscendo nel giro di poco tempo a creare una quantità immensa di copie (1200 chilometri di carta, gran parte riciclata), che si diffonderanno per tutta Torino e dintorni, con le opportune differenziazioni per la cronaca locale. Dopo una serie di spiegazione tecniche ( e ormai si è fatta l’una) , usciamo dallo stabilimento con l’anteprima del giornale del sabato stretta in mano. C’è profumo di carta stampata di fresco nell’aria.

 

Eugenia Beccalli (3F)

 

 

 

 

 

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