Vi ricordate il sadico Tarantino di “Le Iene”, quello dal lato horror di “Grindhouse: a prova di morte”, quello della malavita di “Pulp Fiction”, il suo “non-sense” storico in “Bastardi senza Gloria”? Bene, preparatevi per una nostalgica rimpatriata al chiaro di luna con la vendetta.
Sono mesi ormai che voci di corridoio varie vagano nel web e a quanto pare si sono rivelate fondate.
Il 26 marzo scorso il pluripremiato regista ha dato la conferma sul proprio account personale di Twitter: “Kill Bill vol. III” è in lavorazione e pare uscirà verso la fine del 2014.
Dopo il successo, quasi scontato, della sua ultima creazione, “Inglorious Bastards”, abbiamo sentito parlare ben poco del”Maestro”, come lo chiamano i fan. Ora uno dei registi più acclamati e originali del nostro secolo sta per tornare, più carico di prima, con il proseguimento di quello che forse è il suo capolavoro.
“Kill Bill” è sostanzialmente una storia basata sul rancore, in cui la protagonista percorre mari e monti (e ricordi) per placare la propria sete di vendetta, aprendosi la strada con mosse letali degne del suo soprannome da sicario, Black Mamba (serpente africano letale per l’uomo), e infine uccidere Bill.
L’avevamo lasciata alla fine del secondo capitolo, abbracciata alla figlia, dopo aver ucciso la propria nemesi. Scena strappalacrime offuscata dalla scena precedente in cui Tarantino inserisce con la sua tipica maestria d’azione, sangue, spade, arti marziali, insulti fantasiosi e battute destinate a entrare nella storia. Insomma il fritto misto “alla Quentin” era servito e il cliente era soddisfatto.
I fan però alla notizia di un terzo capitolo della serie si sono divisi in due fazioni: gli entusiasti che “tanto è di Quentin e tutto ciò che è di Quentin è un capolavoro” e gli scettici che “Bill è morto un film fa, non può chiamarlo Kill Bill se tanto Bill è già morto! Verrà una schifezza!”
Se non guardate “Kill Bill vol. I” da un pò, vi conviene riguardarlo. Spunti per un terzo capitolo? Il film ne è pieno.
Tanto per fare un esempio, neanche a metà film Beatrix si trova faccia a faccia con il suo primo rivale, “Testa di Rame” alias Vernita Green, una dei sicari con cui lavorava per Bill. Pugni, calci, graffi, coltelli vari e pistole accuratamente nascoste in scatole di cereali possono sviare l’attenzione, certo, ma non possiamo non accorgerci di un terzo personaggio che osserva la danza mortale di Beatrix e Vernita, sua madre.
Beatrix stessa dice alla bambina che “Se quando sarai grande ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io sarò lì ad aspettarti”.
Un altro indizio? La storia di O-Ren Ishii. Sorvolando sulla tecnica del cartone animato/fumetto molto simile a quella di “Sin City” (a cui Tarantino collaborò nel 2005), la storia di O-Ren, quella della bambina che assite all’omicidio dei suoi genitori e per anni cova la sua rabbia, fin quando trova e uccide l’assassino, deve farci suonare un campanello di allarme in testa.
Chi ci assicura che la protagonista di “Kill Bill vol. III” sia la nostra amata Uma Thruman nei panni di Beatrix Kiddo e non sia invece la piccola figlia di Vernita che, cresciuta, reclama la propria vendetta? Bambina che, tra l’altro, avrebbe la stessa età della figlia di Beatrix. Tutte congetture ovvio, che alimentano comunque i fan più accaniti.
Molti registi non avrebbero il coraggio di far morire uno dei propri personaggi più amati e riusciti, ma con Tarantino non si può mai sapere.
E’ vero, Bill è morto, ma Beatrix no. Dobbiamo quindi aspettarci un “Kill Beatrix”?
Martina Chicco (4C)