La silenziosa forza dell’umiltà
La forza dei più forti, in qualunque sport, non risiede solo nell’esplosività delle gambe, nella lucidità della mente, nella resistenza fisica o nella scrupolosa preparazione prima di una gara. Certamente questi sono alcuni fattori che possono trasformare un atleta in un campione, elogiato e celebrato da tutti, ma non basta per diventare un fuoriclasse. Il vero fuoriclasse è quello consapevole di essere il più forte: non ha bisogno di urlarlo, di sfoggiare i suoi trofei, di schernire gli avversari sconfitti, di essere presuntuoso perché ha i risultati dalla sua parte e la sicurezza nei propri mezzi. Questione di stile. Qualcosa che Usain Bolt o Mourinho non possiedono neanche lontanamente. Qualcosa che invece per Andrea Audisio pare quasi naturale.
A prima vista l’umiltà non sembrerebbe di casa: bel ragazzo, alto, atletico, sempre circondato da fanciulle, sorride con moderazione, come se fosse superiore alle banali risate, cammina a petto in fuori guardando solo il suo obiettivo, quasi non considerasse le persone che incrocia. Insomma, verrebbe quasi da classificarlo immediatamente come strafottente e arrogante. Peccato, però, che si cadrebbe in un grave errore di valutazione! E’ bastato partecipare insieme a lui ai campionati studenteschi di sci per cambiare idea, o meglio per scoprire di averne una completamente sbagliata! La competizione si è svolta la mattina del 28 gennaio a Bardonecchia, fase comunale che dava l’accesso ai provinciali del 9 febbraio prossimo. Andrea era la punta di diamante della squadra maschile juniores di sci della scuola, l’unico su cui davvero contare e porre le speranze di passare il turno. Non si è smentito: primo assoluto e turno passato alla grande. Che non ci sia stata storia è dir poco: ha staccato il secondo di ben 2 secondi, sbalordendo la classifica stessa. Insomma, una vittoria schiacciante. Senza di lui le possibilità di proseguire il cammino per la squadra juniores sarebbero state pressoché nulle. Se Torielli, infatti, ha fatto il suo dovere arrivando 22°, Ferina e Ceratto sono stati disastrosi: il primo è caduto a metà gara e il secondo è giunto al traguardo verso l’ora di cena, classificandosi 78°. Eppure, nonostante ci fossero dei presupposti più che legittimi per almeno una tiratina d’orecchie, non è arrivata nessuna parola di scherno o rimprovero da parte del vincitore, nessuna polemica seria o scherzosa che fosse, nè tantomeno autocelebrazioni gratuite e fuori luogo. Un bellissimo esempio di silenziosa forza dell’umiltà. E’ in questi momenti che si vede, in fondo, il carattere di una persona. Troppo facile sfruttare il momento, cavalcare la gloria del successo, il difficile è rimanere coi piedi per terra, ricordarsi che la prossima gara deve ancora arrivare e che vincere davvero non significa solo realizzare il miglior tempo. Una bella lezione di sport … e di vita. Semplicemente è il più forte: lui e gli altri lo sanno. Basta quello.
Ma Audisio non è stato il solo a tenere alto l’onore della scuola: Michela Borgogno è giunta seconda nella categoria juniores, Niccolò Stomeo quarto in quella allievi, mentre la squadra di snowboard maschile formata da Jacopo Ballerini e Edoardo Fiorilla si è classificata seconda tra tutte le scuole di Torino. Risultati molto soddisfacenti che dimostrano la capacità di alcuni ragazzi di ottenere prestazioni notevoli nonostante il peso scolastico.
Bravi davvero! E’ l’unica cosa rimasta da dire.
Brando Ceratto (5A)