La fortuna che c’è ma che non gustiamo

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L’Italia è una delle nazioni più industrializzate, sviluppate e ricche al mondo. E’ una fortuna vivere nel nostro paese. L’accesso all’istruzione è obbligatorio, libero e gratuito per tutti. Gli edifici scolastici, come le nostre case, nella maggior parte dei casi sono stati costruiti dopo il secondo conflitto mondiale. Sono in mattoni e calcestruzzo, posseggono un sistema di riscaldamento e sono sicuri.

Le scuole elementari e medie sono innumerevoli per ogni quartiere e quindi ogni ragazzo, mediamente, può raggiungere l’edificio scolastico in meno di un quarto d’ora di camminata. I licei si trovano nei centri delle città più grandi e per raggiungerli, dalle periferie si utilizzano i mezzi pubblici, dai paesi più piccoli bisogna usufruire del treno oppure della propria automobile.

Di cibo e di acqua ne abbiamo in abbondanza. O ne sprechiamo troppo oppure non adottiamo uno stile di vita sano, perché non facciamo dei pasti veri e propri, mangiamo in continuazione per tutta la giornata dolciumi, patatine e snack salati, senza mai sfamarci del tutto. Lo svago è costituito principalmente dallo stare “appiccicati” allo schermo della televisione, della Playstation o del computer, divertendosi con giochi violenti e spietati e connettendosi sui social network come Facebook, illudendosi che il mondo digitale costituisca la vita reale. Il sabato sera i giovani vanno in discoteca. Questo posto è per alcuni la fonte per esagerare con i super alcolici e le droghe e quindi rischiare la vita per niente.

Potremmo definirci dei piccoli principi, nel senso che abbiamo la consapevolezza che ogni nostro desiderio verrà esaudito. Possiamo acquistare tutto ciò che vogliamo: il vestito, le scarpe, il cappello, il telefonino, il computer all’ultima moda. Ma non potremo mai permetterci di essere soddisfatti. L’uomo è portato per sua natura ad essere infelice, perché non si accontenta mai di ciò che ha, è avido, avidissimo, in quanto più ha e più vorrebbe avere. In un certo senso la nostra società funziona in questo modo. Questa maniera di agire e di ragionare mi porta ad una riflessione. Siamo veramente contenti del nostro vivere? Sono più felici coloro che vivono nei paesi poveri o noi delle nazioni ricche? Forse nessuna di tali categorie può vantare questo primato, perché chi non ha soldi sogna di averli, mentre chi ce li ha ne vorrebbe sempre di più. Bisognerebbe ragionare, a partire da noi giovani, sul modo in cui utilizziamo la nostra fortuna, ma soprattutto dovremmo imparare a goderla e farla fruttare.

Simone Ambrisi (2B)

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