Canto primo al Valentino

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Valentino notturnoIo, torinese di padre e di madre, che sempre ho vissuto a Turin, e mai mi son spinto oltre Piazza Statuto e Corso Palestro, per mia necessita` devo sostenere un impegno sportivo nei pressi del Parco del Valentino, localita` a me sconosciuta.

Durante le vacanze pasquali, esco dal covo, lasciato Corso Palestro – il tutto a piedi, causa sciopero dei pullman e motorino in riparazione dal meccanico – in venti minuti percorro, chiedendo istruzioni ai pedoni, Via Cernaia, Corso Galfer e fino alla fine di Corso Vittorio, ove mi perdo.

Ormai buio perche` arrivate le ore notturne, questo giardino inizia a popolarsi di strani individui, che molto mi intimoriscono, ai quali mi rifiuto di chiedere indicazioni stradali.

Per ritrovar la strada, salgo sul colle piu` alto, almeno ci provo; corro e prego il Signore di non trovare nessun male intenzionato, col cuore in gola. Nel silenzio del loco, il rumore dei miei passi domina la collina.

Quasi in cima, mi imbatto in un leopardo scappato dallo zoo; faccio un balzo indietro, sono terrorizzato; rimembro che per evitare una puntura d’ ape devo stare il piu` fermo possibile, e cosi` mi fingo morto. Il leopardo, forse disinteressato a me o attratto dallo zampettio di un uccelino, si allontana.

“Finalmente un po’ di fortuna”, penso, e mi faccio forte; invece, neanche dieci passi, e contro me si avventa un pitbull, ancora col sangue alla bocca, che, come uno specchio, riflette ogni mio movimento; ansimo, ho il fiato strozzato, penso: “Chissa` cosa devo aver fatto di male per meritare tutto cio`”.

Un rottweiler, stranamente magro, ma che compensa con la rabbia al proprio fisico scarno, e con il corpo costellato da cicatrici e ferite, ancor sanguinanti, mi spinge giu` per il colle passo dopo passo e allora mi rassegno.

Spero mi arrivi in soccorso un domatore di leoni, e invece un’ altra presenza mi si affianca: e` un vigile urbano, di origine tarantina, con padre barese e nonna brindisina.

Mi raccontò tutte le multe in divieto di sosta che aveva dato quel giorno.
Mi consigliò un’altra strada per giunger al campo da calcio, peraltro senza telecamere, cosi` da evitare eventuali sanzioni.
Inoltre mi disse che un cane, non so la razza, un giorno sarebbe giunto a cacciar tutte le bestie scappate dallo zoo che ora vagano per il Parco del Valentino.

Il vigile poi si propose di accompagnarmi, e io fui pien di gioia: niente e` piu` bello di dividere il viaggio con lui, pero` a cento metri dalla meta` mi avrebbe affidato a un suo collega, di presenza ancor piu` piacevole.

Massimo Viale (3H)

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