L’albero di Natale

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“Ho sempre avuto alberi di Natale di plastica”. La reazione immediata e sorpresa “Coooosa?”. In Germania l’albero di Natale è una tradizione, un culto, una riunione di famiglia. Si va tutti insieme a tagliare l’albero, un abete vero, da coltivazioni che riescono incredibilmente a vivere di alberi di Natale venduti nella settimana prima del 25. Armati di giacca pesante, stivali di gomma, metro, seghe e seghette varie, ci avviamo nel bosco dove questi alberi crescono tutto l’anno, aspettando intrepidi il Natale. Entriamo e la mamma comincia a commentare ogni singolo albero di quell’ordinata foresta: “il colore di quest’abete è particolare” o “tesoro cosa ne dici di questo? É stupendo” e puntualmente il marito, pragmatico e un po’ spazientito: “ tesoro, è almeno mezzo metro più alto del nostro soffitto”. Nel frattempo i bambini corrono ovunque cercando quello che loro trovano bellissimo e che è sempre l’albero più asimmetrico e spelacchiato di tutto il vicinato. I ragazzi in quel momento tornano bambini e propongono alberi sempre più grigi e oggettivamente brutti, mettendo sempre più alla prova la pazienza della madre, che vuole invece avere un albero di Natale che possa meravigliare i figli quasi quanto i regali che ci metterà sotto. Dopo un’ oretta di ricerca si trova l’albero con le misure giuste, il colore giusto e la forma giusta, che piaccia a tutti. A questo punto si taglia, si porta alla macchina ( facendo attenzione a non farlo strisciare a terra se no bisogna ricominciare tutto da capo), si paga e poi si fissa con la corda comprata apposta sul tettuccio della macchina. Dopodichè ci si aggiunge alla coda delle centinaia di macchine che escono dal bosco e danno un’atmosfera più natalizia all’autostrada, fino a casa.

L’abete viene decorato da genitori e parenti, i bambini non possono vederlo fino al 24 di dicembre quando ricevono finalmente i regali e vedono quell’albero che si è meritato tutta la fatica che è costata trovarlo e addobbarlo, splendente nelle sue luci, decorazioni e candele. E in quel momento non si può fare a meno di tornare bambini, restare a bocca aperta e pensare che forse gli abeti veri non sono poi così male.

Eleonora Croce (4D) – corrispondente dalla Germania

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