Benvenuto

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“Kia ora tatou. Nau mai, haere mai.”

Cosí inizia il benvenuto ufficiale rivolto agli studenti internazionali arrivati sulle coste neozelandesi da pochi giorni. Fortunatamente le misteriose parole vengono subito seguite da una rapida traduzione inglese: “Hello everybody. Welcome”.

Ci troviamo nella cittá di Whangarei, all’estremo nord della nazione e per essere precisi siamo a piedi nudi in un Marae, edificio a capanna dedito agli incontri della comunitá maori. La Nuova Zelanda é di certo il paese  dalle spiagge mozzaziato, dalle verdi collinette cosparse di pecore e dai cartelli stradali di attraversamento kiwi  ma é da non dimenticare il suo ruolo di patria Maori.  Le tradizioni e le usanze di questa popolazione di origine polinesiana contribuiscono infatti a rendere la Nuova Zelanda un luogo unico, affascinante e indimenticabile.

I Maori rappresentano attualmente il 15% della popolazione neozelandese e nelle regioni nordiche  la percentuale può superare il 25%. Guidando lungo qualsiasi strada neozelandese è impossibile non imbattersi in qualche impronunciabile nome Māori di cittadina, monte o località e in gruppi di uomini dal viso interamente decorato da tatuaggi multiformi. Solitamente é facile rimanere ammaliati in fretta da questa nuova misteriosa cultura, forse perché completamente intrisa d’arte. Infatti utilizzando solamente materie prime neozelandesi come il Paua(conchiglia dalle sfumature grige e azzurre) o il legno Kauri, i Maori realizzano vere e proprie opere d’arte che hanno come soggetti differenti simboli di svariato significato. Il Koru é una sorta di spirale e rappresenta il nuovo inizio, la crescita e la rigenerazione; il  Manaia é una forma stilizzata ricavata da un corpo di un uomo, la coda di un pesce e la testa di un uccello e indica il confine fra la morte e la vita; il Matau, ovvero l’amo da pesca assicura prosperitá e sicurezza lungo il tragitto e il Tiki, che secondo le leggende fu il primo uomo sulla terra generato dalle stelle rappresenta la fertilitá e la creazione della vita. Sta a voi scegliere quale simbolo vi si addice e successivamente decidere se portarlo con voi acquistando una collana, una scultura, un quadro o addirittura imprimendolo sulla vostra pelle con un tatuaggio manuale.

Ci sono lati della cultura Maori che sono noti e famosi al resto del mondo, per esempio la spaventosa Haka, danza di guerra svolta prima di ogni partita dalla squadra di rugby neozelandese degli All Blacks; pochi sanno tuttavia che quando i giocatori alzano al cielo la loro preghiera, urlando e battendo i piedi, il significato di questo antico rito va aldilà del semplice gesto sportivo. In esso, infatti, c’è il riscatto culturale di un popolo fiero che in una società come quella neozelandese alle volte non trova la via dell’integrazione.

I Maori sono in possesso di una cultura che ha tanti lati da scoprire e ritengono fondamentale condividere tradizioni e usi coi visitatori della Nuova Zelanda sin dal momento in cui mettono piede nella nazione. Infatti, tornando al tradizionale benvenuto ufficiale, tutto si conclude con l’Hongi, un saluto Maori da svolgersi  al termine della cerimonia prima di lasciare tutti i presenti alla scoperta del posto. Per svolgere correttamente il saluto è d’obbligo abbassare il vostro sguardo, avvicinare il viso a quello del vostro interlocutore e premere leggermente naso e fronte contro quella di chi vi è davanti. Così i Maori, naso contro naso, condividono l’Ha, ossia il “soffio vitale” che permette una vera e propria fusione dello straniero con la cultura neozelandese. Non siete più semplici visitatori, ma tangata whenua ovvero  persone del posto.

Ginevra Nicola (4F)- corrispondente dalla Nuova Zelanda

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