L’altra faccia della medaglia

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Abbiamo incontrato un ragazzo marocchino (che ha chiesto di rimanere anonimo), e gli abbiamo fatto qualche domanda sugli eventi che hanno tragicamente aperto il 2015. Un ragazzo come tanti altri ragazzi musulmani che non si riconoscono nella violenza fondamentalista.

– Cosa ne pensi dell’attentato a Parigi?

È stato uno choc per i Francesi, gli Italiani, gli Spagnoli, i Marocchini… per il mondo intero. La strage è stata commessa, come tutto il mondo pensa, in nome dell’Islam, e ciò non ha alcun senso perché c’è una grande differenza tra gli islamisti e i musulmani, e l’Islam è una religione di pace, difatti il nome “Islam” in arabo vuol dire “pace” e secondo la nostra religione è strettamente vietato uccidere. Comunque io provo empatia per tutte le famiglie delle vittime: per me bisogna condannare i terroristi, e penso inoltre che tutto ciò che è accaduto non sia un motivo in più per provare odio verso l’Islam e i musulmani.

– Hai mai visto le vignette satiriche del Charlie Hebdo riguardanti la tua religione? Cosa ne pensi?

Sì, le ho viste e ciò mi ha fatto male al cuore. È vero che sono solamente delle vignette, ma non è il caso di urtare la sensibilità delle persone in questo modo perché Maometto è sacro per noi, noi lo amiamo e penso che se la gente lo conoscesse, lo amerebbe.

– Ti senti toccato e aggredito da questa situazione che si è creata a causa dell’attentato a Parigi?

Sì, tutti i musulmani sono stati toccati da questa situazione perché si pensa sia stata scatenata in nome dell’Islam senza neanche chiedere il nostro parere.

– Come è stata trattata la questione dell’attentato nella tua classe?

È stata trattata in maniera molto speciale perché noi non eravamo proprio Charlie che criticava e si prendeva gioco della nostra religione e del nostro profeta Maometto che è il più sacro e che io amo più di mia madre, ma eravamo comunque favorevoli al diritto di espressione, se moderato, perché il diritto si ferma quando urta le persone.

– E in famiglia?

Più o meno come in classe.

– Come hanno presa la notizia nella tua città e nel tuo Paese?

Ci sono delle persone che sono a favore delle vignette di Charlie dicendo che è un diritto, ma altri sono contro , in ogni caso nessuno ha approvato questi atti terroristici.

Cosa ne pensi dell’Isis e del Jihad?

È una situazione disumana e non è una buona soluzione per i conflitti perché l’Islam è una religione di pace e non di sangue, perché ci sono delle persone che muoiono senza alcuna colpa. Jihad vuol dire “fare qualcosa con forza” in arabo e non si possono convertire le persone con forza, devono sapere qual è il vero Islam. L’Islam è basato sulla solidarietà, senso di aiuto verso i più poveri, e non sui crimini compiuti in suo nome, perché l’Islam in fin dei conti ci invita di fare ciò che Dio ci ha detto… e di sicuro non ci ha detto di uccidere la gente!

Arianna Ceschina (3B)

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