Perché a volte è più facile essere se stessi con degli sconosciuti; ridere fino a non avere più fiato, scherzare sino a perdere la cognizione del tempo e desiderare che non passi più. E’ incredibile come in una settimana si riesca a creare un legame così forte. Gli sguardi prendono confidenza, accettano la sfida di condividere momenti di gioia e pazzia con persone che prima erano indifferenti, lasciando che le azioni parlino, che le risate mostrino la vera essenza di chi c’è.
Il disordine delle camere, la sciata notturna con Achille (l’orso sugli) e il cibo, giorno dopo giorno, hanno unito sempre di più (letteralmente), e queste sono solo alcune delle cose che hanno reso la vacanza sulla neve indimenticabile. E poi le pigiamate, le imitazioni del proprio mito e la povera Charlotte & Co. con i ragazzi di prima, sono stati momenti unici, che in qualche modo rimangono in noi. Qualcuno ha finalmente messo gli sci ai piedi, gli altri hanno migliorato la tecnica e il loro modo di stare sulle piste. Se qualcuno domandasse del cibo non si potrebbe che parlare della bontà dei piatti, dei bis, tris e anche quadris dei dolci, della panna cotta ballerina e dell’acqua sempre richiesta. Non sono di certo mancate la buona organizzazione e la disponibilità del personale bar.
Molti, o forse tutti, sono rimasti sbalorditi dalla rapidità nel legare con gli altri. Coloro che già si conoscevano hanno rafforzato i rapporti mentre chi non si era neppure mai visto nei corridoi, ora ogni volta che ci si incontra scattano saluti ed enormi sorrisi.
Abbiamo scoperto che é più facile fare amicizia se ci si lascia andare. Tra battaglie di neve e partitone a ping pong ci siamo sentiti come in famiglia, a nostro agio.
Ora che tutto è terminato un grazie è naturale: grazie per le risate, le battute e le abbuffate. Grazie per le imitazioni e le chiacchiere fino a tardi, per essere stati accolti nel gruppo con una tale semplicità, per aver reso questo viaggio uno di quelli che non si dimenticano facilmente. Ogni persona che passa nella nostra vita lascia un’impronta speciale e vi assicuro che voi l’avete fatto . Un grazie particolare va ai professori Pizzala, Achino, Gariel e Liguori che hanno permesso il viaggio e soprattutto hanno permesso di essere liberi. Rimane la speranza che il tempo fortifichi ciò che abbiamo costruito in pochi giorni e che non molto lontano potremo rivivere un’esperienza come questa!
Claudia Brizzi (3E)