Arresta il suo vagare, fiamma muta
Bagnandosi di lacrime s’oscura
Scaccia le attese, i sogni, la paura
E in nebbia si disperde dissoluta
Si libera la carne in cui è cresciuta
E come specchi penetra le mura.
Cercar nel vento timido una cura
È il fine d’una vita già compiuta.
Perisce al mortal suolo il suo rimpianto
Là dove giace fama con denaro
Sull’orlo di una nuova resistenza.
In questo dì composto è il nuovo canto
Il cui sapore lungi dall’amaro
Profuma l’atmosfera d’immanenza.
Diana Greco Ciobanu (4B)