#prayforparis

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Paura, dolore, rabbia.

Frustrazione, irritazione, desiderio di vendetta.

Un nome, una religione, eppure così tante vittime.

Ciò che è successo a Parigi ha sconvolto tutti, ha toccato il cuore delle persone, ha messo in allerta i governi degli Stati europei.

Il primo, spontaneo, pensiero è stato quello di rispondere alla violenza con la violenza. Occhio per occhio, fuoco con fuoco. C’era la voglia di andare dai responsabili di quello che è successo e demolire il loro paese come loro hanno fatto con l’Europa.

Tuttora, la polizia nazionale francese, con l’aiuto degli Stati Uniti e di altri stati europei, sta cercando i terroristi dell’Isis sfuggiti alla cattura.

Quello di venerdì 13 a Parigi è stato uno dei più cruenti attacchi dopo la Seconda Guerra Mondiale in Europa e la Francia ha dichiarato lo stato di allerta per la prima volta dopo il 1944.

È necessario risolvere la situazione.

Il consiglio di Massimo Gramellini, giornalista e scrittore italiano che ha parlato nello studio di “Che tempo che fa”, è stato quello di mantenere la lucidità. Rispondere al fuoco sarebbe un’esplicita dichiarazione di guerra, ma il mondo di oggi non sarebbe in grado di sopportare un tale sforzo bellico. Le armi sarebbero troppo potenti e i risultati devastanti.

Tuttavia François Hollande, presidente della repubblica francese, davanti ai parlamentari di Versailles dichiara: “La Francia è in guerra” anche se gli altri leader occidentali frenano qualsiasi azione bellica, Italia compresa.

La Russia, invece, ha ceduto alla rabbia scatenandosi contro l’Isis: ha raddoppiato il numero totale di aerei utilizzati nella guerra contro i nemici della Francia ha colpito con 18 missili diversi obbiettivi in Siria. Questi missili sono stati firmati “per Parigi” o “per noi”.

A questo punto ci si chiede il perché delle persone adulte e intelligenti decidono di sacrificare se stessi in nome di ideali “religiosi” così discriminatori e violenti. Forse l’ignoranza, il desiderio di appartenere a un gruppo o la frustrazione di essere continuamente discriminati. Però la verità è che uccidere degli innocenti a sangue freddo non può avere nessuna giustificazione.

Isabella Scotti (1L)

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