“L’assassino è ancora a piede libero”. Il titolo del numero di Charlie Hebdo ad un anno dalla tragedia è tanto scandaloso quanto in linea con lo spirito del settimanale satirico, tristemente salito agli onori delle cronache.
Il mondo intero aveva gli occhi puntati su quella piccola redazione, decimata e scoraggiata. Si poteva prevedere la chiusura o la cessione del giornale. Invece no. La forza di volontà, la determinazione nel portare avanti il proprio lavoro, ormai simbolo di libertà, hanno permesso una sorprendente riscossa.
Ad un anno da quegli spari, Charlie manda in stampa un milione di copie, pronte per impressionare francesi e non.
Chiaramente un Dio in fuga, armato di kalashikow, a cui viene appioppato il titolo di assassino, non poteva non essere motivo di scandalo. Il responsabile delle organizzazioni francesi contro l’islamofobia è arrivato a cancellare tutte le manifestazioni previste per il giorno dell’anniversario. Mentre il presidente della Conferenza Episcopale francese si chiede come un titolo del genere possa favorire un clima di distensione e di dialogo.
Senza dubbio, se Charlie fosse una persona, e a questo punto forse lo è, questa sarebbe la sua cartella clinica. Il signor Hebdo, nonostante le gravi lesioni riportate in seguito al l’aggressione si è ripreso bene. Ora sta a meraviglia. Grazie all’incoraggiamento di molti amici e al loro aiuto, si è subito fatto dimettere dall’ospedale.Ha accampato delle motivazioni che da medico si possono definire incoscienti ma da uomo degne di stima. Charlie ha ripreso a disegnare senza alcun problema, anzi, sembra che il suo talento sia cresciuto. Forse mette ancora più cuore nei suoi disegni.
In definitiva, il Signor Hebdo non è cambiato.
Fa ridere metà del mondo.
Fa arrabbiare l’altra metà.
Fa pensare tutti.
Beatrice Cagliero (4B)