Una tragica fine

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Il giovane Dario, ventenne, è un ragazzo normale che per la prima volta nella sua vita si trova nella situazione che tutti noi vorremmo vivere. Nessuna lite con i genitori, ha amici che gli sono vicini, trova una ragazza di cui è follemente innamorato; poi come al solito arriva quella cosa chiamata destino che rovina tutto. E così Dario si trova di nuovo in una situazione che lo scuote emotivamente e psicologicamente.

Tutto comincia con un fortunato incontro tra Dario, appunto, e Clara in una squallida discoteca nella periferia di Genova per un’ amicizia in comune, tra la cugina di Dario, Denise che è la migliore amica di Clara.

I due si incontrano ed è amore a prima vista. Per tutta la sera tra una battutina e l’altra  si scambiano occhiate ammiccanti e piene di sentimento. Finiscono la serata senza Denise siccome, per un drink di troppo, è stata male ed è  dovuta tornata a casa. Finiscono per arrivare sulla spiaggia si danno la mano e, tra uno scherzo e l’ altro, si fa tardi, perciò devono tornare a casa. Qualche giorno dopo  quella magnifica serata, Dario era nel centro di Genova per fare una passeggiata fino a che non la vide di nuovo. Clara era in un negozio in cui si vendevano dischi e cimeli del rock degli anni ’70/’80 e stava guardando appunto dei vinili degli Iron Maiden; così Dario decise di entrare per salutarla:

-Ciao Clara!-

-Ehi Dario! Come stai? Che ci fai qui?-

-Stavo per chiederti la stessa cosa. Beh, ti ho visto e sono passato a salutarti. E tu invece che ci fai qui?-

-Io ci lavoro qui-

-Ah si non lo sapevo che ti piacesse questo tipo di musica.-

-Ma no lavoro solo qui per poter mettere dei soldi da parte per gli studi di recitazione. Vorrei diventare un’ attrice.-

-Bellissimo. Beh ci vediamo, devo scappare. Ciao!-

-Aspetta, se dobbiamo vederci è meglio che tu abbia il mio numero per chiamarmi no?-

-Giusto, che idiota che  sono! Spara dai che me lo segno-

-Si arrivo subito-

Clara sparì dietro il bancone e ne riaffiorò con un bigliettino scritto a penna dove c’era scritto il suo numero di telefono.

Quella sera stessa Dario la chiamò e chiacchierarono per una buona mezz’ora fino a quando i suoi genitori non insistettero perché  andasse a letto. Così si salutarono e staccarono. La mattina dopo di buon’ ora il cellulare di Dario squillò, svegliandolo: era Clara; gli disse che non doveva lavorare e che se voleva potevano vedersi. Dario reagì di scatto a quelle parole e corse subito a prepararsi.

Decisero di incontrarsi a uno storico Caffè nel centro di Genova chiamato il Caffè degli Specchi. Bevvero qualcosa insieme e poi andarono verso la spiaggia. Era un momento molto romantico. Dario era emozionatissimo, ma aveva paura di dichiararsi a Clara. Per sua fortuna fu tutto più semplice: fece Clara il primo passo, fu lei a dare il primo bacio. Fu un momento bellissimo per entrambi. Dario era in estasi. Si guardarono negli occhi e Clara chiese:-Stiamo insieme ora?- con un tremito nella voce. -Si!- rispose Dario con decisione. Da allora si vedevano tutti i giorni, in ogni momento libero che avevano. Dopo molti mesi Clara cominciò a stare male, molto male. Non si sentivano più molto spesso perché lei era  spesso indaffarata con il lavoro e quando si sentivano lei non sembrava la stessa. Un giorno Dario volle vederla, andò sotto casa e lei acconsentì a farlo salire. Chiacchierarono ma lei era molto triste, quasi sull’orlo delle lacrime. Lui era preoccupatissimo e con un filo di voce  le chiese :- Che hai bellissima?-

-Nulla-

-Non ci credo. Che hai?-

-Va bene. Guarda sul tavolo, c’è una busta. Aprila!-

Dario prese la busta, la aprì e lesse velocemente i fogli che c’erano all’interno. Poi alzò lo sguardo verso Clara e in lacrime disse…

-Hai il cancro! É uno scherzo vero?- anche se sapeva già la risposta.

-Quanto ti resta?-

-Poco più di due settimane!-

-C’è una cura, un’operazione che ti può salvare?-

-No-

Dopo quel giorno Dario passava tutti i giorni a casa con lei. Voleva godersi con lei quelle ultime settimane. Fino a quando un giorno al citofono non gli rispose sua madre in lacrime. Gli  disse che Clara era deceduta  durante la notte del 16 luglio, il giorno del compleanno di Dario. Trascorse tutto il giorno all’ospedale a piangere sulla sua salma per dargli l’ultimo addio. Alle 19:30 se ne andò e decise di fermarsi in un bar a bere per provare a dimenticare. Entrò e si ubriacò fino alle 23:10 poi reggendosi a malapena in piedi decise di uscire e di tornare a casa. Ma mentre stava tornando verso casa si sentì male, cadde in mezzo alla strada e un’ auto non lo vide e lo travolse mentre stava per rialzarsi. Morì sul colpo. Qualche giorno dopo vennero celebrati i funerali dei due giovani che morirono come avevano trascorso quegli ultimi sei mesi. Insieme.

Fabio Cannizzo (1L)

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