La storia dei tre fratelli

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fratelliCi stanno tre zii che stanno a cammina’ per ‘na stradina al tramonto. A una certa arrivarono a un fiume che non se poteva attraversa’, ma possedendo delle bacchette potentissime, bastò loro agitarle che uscirono un ponte dal nulla. Passarono per metà ma poi apparì la morte, ‘na emo col cappuccio con l’alito dei fori romani, e parlò ai tre ragazzi con l’aria di chi non c’ha sbatti, perchè nessuno l’aveva mai fregata prima. Ma la morte era furba. Finse di congratularsi con loro per la loro magia e decise di regalare a ognuno un premio per esserle scampati. Il maggiore, un alcolista, chiese una bacchetta più potente di qualsiasi altra, così la morte gliene diede una fatta con una bottiglia di Sambuca.

Il secondo fratello, un coatto drogato, chiese alla Morte un modo per riuscire a vedere i morti nella loro dimensione, così la morte andò al fondo del fiume per pigliargli un sasso bianco (dimensione pastiglia) che potesse fargli vedere i morti, detto il sasso della resurrezione.

Infine la Morte si rivolse al terzo fratello, uno sguattero di una bettola del paese, che chiese uno straccio che gli permettesse di far andare via lo sporco velocemente, e con riluttanza la Morte gli diede il proprio straccio dell’invisibilità. Poi si scansò e li fece passare mentre cianciavano riguardo ai doni della Morte.

Il primo fratello viaggiò ancora per una settimana fino a raggiungere un villaggio dove in passato aveva perso una gara di bevuta con un altro mago: così andò a cercare suddetto mago per sfidarlo, ma armato della bacchetta di Sambuca non mancò di vincere la gara provocando il coma etilico al suo concorrente. Vantandosi della potenza della bacchetta di Sambuca andò a dormire in un giaciglio, sbronzo. Dopo un po’ un altro mago gli rubò la bacchetta di Sambuca e lo sgozzò per buona misura. Così la Morte si prese il primo fratello.

Il secondo fratello, tornato a casa dove viveva da scapolo, estrasse il sasso della resurrezione, lo inghiottì e subito cominciò a vedere i defunti, compresa la sua tipa, morta per una pasticca di troppo. Dopo qualche tempo egli sentiva la mancanza della sua tipa in carne ed ossa, così decise di impiccarsi per rivedere la sua amata. Così la Morte richiamò a sé il secondo fratello.

Benché avesse cercato lo sguattero in ogni bettola del paese, il terzo fratello non riuscì mai a trovarlo. Solo quando fu un vecchio decrepito, smise di usare lo straccio dell’invisibilità e lo diede a suo figlio, che ne fu molto contento, e salutò la Morte come una vecchia amica congedandosi da questa lurida vita da pari a pari.

Fabio Cannizzo

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