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A Trieste, negli ultimi giorni, il sindaco ha deciso di permettere ai propri cittadini di utilizzare il wi-fi sui mezzi pubblici, e sono state subito polemiche.

C’è chi dice subito sì, ma anche chi è fermamente contrario. I sostenitori del Sì credono che questo possa essere un’opportunità per studenti e professionisti che necessitano preparare un’interrogazione o una presentazione di lavoro durante gli spostamenti; d’altronde internet è entrato nelle nostre vite condizionandole (e non poco), a tal punto da diventare una dipendenza per molti. Non è però un così grande problema, se si sa come usarlo. È comunque un’opportunità.

Quelli del No ributtano invece la questione sui migranti, che si pensa faranno diventare gli autobus di loro dominio per utilizzare internet gratis, ma a spese dei contribuenti. Su questo le dichiarazioni della Lega sono intransigenti, e forse un po’ di silenzio in più non avrebbe fatto fatto male in questa occasione. Per carità, per qualcuno potrebbe essere anche così, ma non è in fondo troppo difficile dare un po’ di fiducia a dei poveri disgraziati che, in fin dei conti, necessitano di poco. In più, quelli più critici sono spesso coloro che non riescono a stare senza aggiornare il proprio stato su Facebook per lamentarsi di qualsiasi cosa, oppure non riescono stare senza twittare per polemizzare su tutto, senza mai proporre soluzioni concrete. Insomma  semplice aria fritta e poca sostanza.

In fondo, il wifi gratis sui mezzi pubblici può essere un’opportunità per tutti, compresi i più disagiati che in fondo chiedono poco (e di solito non propriamente il wifi). Ciò che è stato detto durante programma “Dalla Vostra Parte” durante l’intervista a Bello Figo, “il profugo che canta”, rappresenta solamente una minima parte di quelli che arrivano. I più sono persone umili, non come il musicista“italianizzato”, abituatosi fin troppo in fretta a chiedere e basta. Tutto questo è molto triste.

Fabio Cannizzo (2L)

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