Macerata. Una giovane ragazza di nome Pamela Mastropietro è stata trovata morta, dopo essersi allontanata dalla comunità di Corridonia il 29 gennaio. Un passante, vedendo due valigie in mezzo alla campagna, pensando che contenessero droga o oggetti rubati, ha preferito avvertire le forze dell’ordine. All’apertura dei due bagagli, la vista del corpo mutilato della giovane è stata agghiacciante.
È scattata subito un’indagine per scoprire l’identità del killer: i carabinieri hanno analizzato le immagini delle telecamere di sicurezza della zona e hanno individuato un possibile indiziato. L’uomo ripreso si chiama Innocent Osenghale, ha 29 anni, è di origini nigeriane, ha dei precedenti per spaccio di droga e ha un permesso di soggiorno scaduto. È stato trattenuto con l’accusa di omicidio poiché nell’appartamento del giovane sono stati ritrovati i vestiti di Pamela e del sangue riconducibile a lei. Inoltre, un testimone ha detto di averlo visto con due trolley simili a quelli contenenti il corpo della ragazza. Dopo ulteriori indagini, tra cui l’esame delle celle telefoniche di Osenghale, è emersa una videochiamata avvenuta tra il nigeriano e la compagna Michela, nella quale la ragazza ha sentito le voci di altri due nigeriani, Lucky Awelima, di 27 anni e Desmond Lucky, di 22 anni.
I due sono stati subito trattenuti dalla polizia e sono, tuttora, in stato di fermo. Awelima si è avvalso della facoltà di non rispondere senza la presenza del suo avvocato e ha negato di aver partecipato all’omicidio della giovane Pamela, avvenuto, secondo gli inquirenti, nell’appartamento di Osenghale in via Spalato. Tuttavia, dalle analisi effettuate sul corpo mutilato della ragazza, sono state trovate le impronte digitali e i fluidi corporei dei tre nigeriani. L’accusa è quella di omicidio colposo, vilipendio e occultamento di cadavere.
Paolo Galieri