Tic tac. Due minuti a mezzanotte. Questa è l’ora che segna oggi il Doomsday Clock: mancano soltanto poche manciate di secondi alla fine del mondo. L’Orologio dell’Apocalisse, ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin Of The Atomic Scientists, segna in modo metaforico il pericolo di una ipotetica fine della civiltà umana, considerando soprattutto il rischio di catastrofi climatiche e nucleari. La mezzanotte rappresenta la fine del mondo, mentre i minuti precedenti simboleggiano la distanza che ci separa da questo evento. Nel 2018 le lancette hanno raggiunto la vicinanza record all’ora zero a causa della crescita dei nazionalismi, del cambiamento climatico e in particolare della minaccia di un’imminente guerra nucleare. La bomba atomica è infatti il più potente mezzo di distruzione di massa e il fatto che più di 40 stati ne siano in possesso, nonostante il TNP (Trattato di non Proliferazione Nucleare), ci fa riflettere su quanto siano effettivamente efficaci i trattati di pace e di collaborazione tra Stati.
Gli effetti della bomba nucleare sono devastanti. Vicino all’esplosione il caldo è così intenso che l’aria stessa viene come vaporizzata insieme agli organismi viventi presenti, e lo stesso cemento armato si scioglie come un gelato. Un’unica testata è in grado di lasciare un cratere al posto di una città delle dimensioni di Firenze. Le radiazioni nucleari sono in grado di penetrare la struttura cellulare e modificano direttamente il DNA.
E tutto questo non solo in teoria. Hiroshima e Nagasaki ne sono la dimostrazione. “Riposate in pace perché noi non ripeteremo l’errore.” è scritto in grassetto sulla lapide dei martiri dell’olocausto nucleare di Hiroshima, in cui morirono più di 150mila persone. Eppure più di 40 paesi nel globo sono armati di ordigni nucleari.
Fortunatamente esiste sempre una luce nel buio, una speranza tra le tenebre. Sono centinaia le associazioni e campagne nate per abolire la bomba atomica, tra cui la International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), che lo scorso anno ha vinto il premio Nobel per la pace ed è stata protagonista del primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari. Questo è stato adottato da una conferenza dell’ONU il 7 luglio 2017 ed entrerà in vigore 90 giorni dopo la ratifica di almeno 50 stati. Ad oggi 53 paesi lo hanno firmato, mentre sono 3 gli stati che l’hanno già ratificato: Guyana, Città del Vaticano e Thailandia.
In Italia, intanto, una mostra contro la bomba nucleare sta facendo tappa in tutte le città dal 2011. Dall’inaugurazione a Firenze fino a Bari, passando per Pesaro, Milano, Bologna, Cagliari, Roma, Napoli e San Marino, Senzatomica ha già toccato 75 città. Anche Torino ha ospitato nei mesi di gennaio e febbraio questa campagna, ironicamente nel Mastio della Cittadella, sede del Museo storico nazionale dell’artiglieria. Una mostra contro l’arma più potente del mondo, nel museo delle armi. Uno slogan sgargiante sopra l’ingresso “Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”. Sono più di 300mila i visitatori, migliaia di voci contro la distruzione.
Nel frattempo, però, nel caldo del suo Studio Ovale il presidente degli Stati Uniti D’America Donald Trump si diverte a gareggiare a chi ha il bottone più grosso insieme a Kim Jong-un, il leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
“L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi.” scrisse il genio Albert Einstein. Purtroppo, caro Einstein, il cervello di questi piccoli roditori farebbe sfigurare la materia grigia di questi potenti signori che di grande, oltre la loro responsabilità su migliaia di vite, hanno ben poco.
Elisa Buglione-Ceresa