L’arrivederci dei Compañeros: intervista ai registi

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Dopo la fondazione nel lontano 2006 il percorso dei Compañeros all’interno delle mura dell’Umberto I termina qui. Alle spalle hanno ben dodici anni di esperienza, decine e decine di nuovi allievi ogni anno, infinite risate e lezioni apprese. Con “Boja Faust” portato in scena lo scorso 29 maggio sul palco dell’Aula Magna, i quattro registi ci raccontano l’esperienza vissuta e ci assicurano che i Compañeros cambiano casa, ma non finiscono qui.

Qual è l’aspetto più bello che vi ha lasciato quest’esperienza con il teatro?
Fabio – La cosa migliore che questa esperienza mi ha lasciato è sicuramente l’aver trovato un gruppo di amici con cui scherzare, ridere, incontrarsi e confrontarsi sia dentro che fuori dal palco.
Martina P. – I ricordi, le emozioni. I venerdì pomeriggi passati insieme a provare, scherzare e divertirsi e la consapevolezza di avere trovato una seconda famiglia alla quale appoggiarsi in qualsiasi momento.

Cosa avete imparato in questi anni?
Martina P.- Il concetto di condivisione, e non parlo solo di momenti. Sento di aver condiviso con questo gruppo parte della mia vita e di essere cresciuta e cambiata anche grazie ai Compañeros.
Martina C. – Da studentessa ho imparato a credere negli altri e soprattutto in me stessa, e all’epoca la cosa mi ha aiutata molto. Da regista, sono riuscita a comprendere gli infiniti modi dei ragazzi di esprimere amore verso un progetto come quello dei Compañeros e questa secondo me è una cosa davvero stupenda.

Dodici anni fa vi sareste immaginati di continuare questa grande avventura?
Martina C. – No, sinceramente non pensavo che sarebbe durata così a lungo, né mi sarei aspettata, una volta concluso il liceo, di tornare a far parte di questo gruppo in veste di regista. E invece alla fine ho scoperto di esserci pure portata!
Daniele – Io ho visto nascere questo gruppo direttamente nella mia classe, quando alcuni miei compagni decisero di proporlo prima all’autogestione e, in seguito, come corso vero e proprio. Onestamente ho sempre pensato che una volta finito il liceo anche i Compañeros avrebbero cessato di esistere. Sono contento di essermi sbagliato e sono fiero di vedere la strada che abbiamo fatto in questi 12 anni.

Raccontateci un momento indimenticabile per i Compañeros.
Daniele – Personalmente sarò sempre grato ai ragazzi per avermi permesso di portare in scena un mio copione, è una cosa che porterò sempre nel cuore. Però davvero, ogni momento con loro è indimenticabile: tra “presenze osculte”, canzoni, risate, ecc. non saprei davvero cosa scegliere!
Martina P. – Per me il momento in assoluto più indimenticabile è stata la mia primissima lezione: nonostante avessi già avuto altre esperienze teatrali, trovarmi lì in cerchio a dovermi presentare mi metteva un po’ di agitazione, mi sembravano tutti già così uniti e in sintonia ed io non sapevo proprio come approcciarmi. Inutile dire che a fine lezione facevo già parte del gruppo.

Cosa vorreste dire ai ragazzi che in questi dodici anni hanno passato interi venerdì pomeriggio al vostro fianco?
Fabio – Non vi siete rotti le scatole?! A parte gli scherzi, dobbiamo ringraziarli con tutto il cuore. Senza di loro non ci sarebbe stato nemmeno uno di questi 12 lunghi anni! Speriamo vivamente che continuino a supportarci (e sopportarci) anche in futuro.
Martina C. – A questi ragazzi io vorrei solamente dire grazie, perché si sono fidati di noi, si sono affidati a noi, e non si sono mai sentiti solo semplici allievi. Questo perché, così come noi abbiamo insegnato a loro, anche noi registi abbiamo a nostra volta imparato molto. E c’è sempre, sempre qualcosa di nuovo da scoprire, sempre.

Tra tutti gli spettacoli portati in scena in questi anni, quale rifareste all’istante?
Fabio – Penso di esprimermi a nome di tutti nel dire “Extra-Noir – L’incredibile caso Aulait-Von Dent”, il primo (e finora unico) spettacolo giallo della compagnia. Riusciva ad amalgamare una trama intrigante con momenti di pura ilarità, e probabilmente è uno dei copioni meglio riusciti, anche in relazione al pubblico al quale è stato proposto.
Daniele – D’istinto direi “Il Fantasma dell’Opera”, il primo spettacolo ufficiale dei Compañeros, ma onestamente ritengo che “fossilizzarsi” sui vecchi copioni possa essere addirittura sbagliato: ci sono così tante storie che aspettano solo di essere raccontate, e noi non vediamo l’ora di farlo.

Che consiglio dareste ai ragazzi che vorrebbero intraprendere un percorso nel mondo del teatro?
Martina P. – Siate sempre voi stessi! E poi buttatevi, sconfiggete le vostre paure, le insicurezze, imparate a conoscervi davvero e a far scaturire la vostra personalità. Il teatro non solo vi porterà passione, ma vi aiuterà anche ad acquisire una sempre maggiore sicurezza, credetemi. Fatene la vostra casa, il vostro posto felice.
Fabio – Venite da noi! Ma davvero, fatelo, anche in altri ambienti ma fatelo, non posso che consigliarlo a tutti. Non c’è modo migliore per iniziare che buttarsi in prima persona, e il teatro dona una sicurezza che nessun’altra cosa può darvi. Perciò non aspettate, buttatevi!

Allo spettacolo serale avete detto che i Compañeros restano se stessi, ma cambiano solo casa e abiti. Dove potremo trovarvi nei prossimi mesi?
Daniele – Per ora non c’è nulla di certo. Possiamo solo dirvi che stiamo lavorando per voi, come si suol dire, perciò tranquilli: il “progetto Compañeros” è troppo importante per chiudersi qui, ci rivedrete prima di quanto pensiate!
Martina C. – Possiamo dire sicuramente che da qualche parte saremo, e state pur certi che ve lo faremo sapere quanto prima: non appena riusciremo a far partire il progetto esterno inizieremo seriamente a bombardarvi di notizie su tutti i social, perciò restate sintonizzati e continuate a seguirci sul nostro sito e sui nostri profili Facebook ed Instagram!

Un grazie immenso a Daniele, Fabio, Martina e Martina. Anche se ora il Convitto non potrà più appluaudire per voi su quel palco che vi ha visti crescere, noi vi auguriamo un grande in bocca al lupo e attendiamo con ansia notizie da casa Compañeros!

Claudia Brizzi

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