Beyond

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beyondBeyond, “Oltre”. Oltre il cielo, oltre la storia, oltre la scienza. Sembra quasi il nome di un film di fantascienza quello attribuito alla prossima missione spaziale targata Italia. Luca Parmitano, astronauta 42enne di origine siciliana, sarà, infatti, il primo italiano, nonchè terzo europeo, al comando della Stazione Spaziale Internazionale. La spedizione è stata annunciata lo scorso 27 settembre nel corso di un evento organizzato al Centro Europeo per l’osservazione della Terra a Frascati, alla presenza dei vertici sia dell’Agenzia Spaziale Europea che di quella Italiana. Il lancio della navicella russa Sojuz MS è in programma per luglio 2019 da Bajkonur, in Kazakistan, durante le celebrazioni del 50° anniversario del primo sbarco sulla Luna. Parmitano potrà contare su un equipaggio composto dall’astronauta della Nasa Andrew Morgan e dal cosmonauta russo Roscosmos Alexander Skvortsov. La missione, dalla durata di 6 mesi, comprenderà oltre 50 esperimenti. Fra questi, dimostrazioni di telerobotica, progetti per migliorare la sicurezza degli astronauti e programmi utili allo sviluppo delle conoscenze tecnologiche e operative necessarie all’esplorazione della superficie lunare e di Marte. Con l’equipaggio viaggerà anche Cimon: un robot dotato di intelligenza artificiale capace di riconoscere i volti. «Così come la fantascienza ha già immaginato, come ad esempio in Odissea nello Spazio, Cimon sarà in grado anche di farci compagnia» commenta Parmitano.

Per l’astronauta italiano è la seconda spedizione nello spazio. La sua prima missione, battezzata Volare, è durata 166 giorni, dal 28 maggio all’11 novembre 2013. Inoltre, Parmitano è stato il primo italiano impegnato in attività extraveicolari (EVA): sei ore di lavoro nella prima passeggiata spaziale del 9 luglio 2013 e circa un’ora durante la seconda del 16 luglio. Durante quest’utlima, tuttavia, a causa di un guasto al sistema di raffreddamento dello scafandro, un litro e mezzo d’acqua finì nel casco di Luca, come viene raccontato nel documentario “Eva 23”.

«Beyond, Oltre, evoca il concetto stesso della ricerca, che per sua natura è portata a superare i suoi limiti. Il nome della missione definisce in un colpo solo tutti gli esperimenti, tesi a superare i limiti acquisiti e a migliorare la capacità di conoscere il nostro pianeta» afferma Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana durante la conferenza. Anche il logo della missione rappresenta in modo eloquente i prossimi obiettivi dell’umanità in ambito astronomico: la Terra e la Stazione si riflettono nella visiera del casco di un’astronauta. «Per far capire che guardiamo sempre con attenzione al nostro pianeta» dice Parmitano. Sullo sfondo, tre cerchi concentrici, simbolo dei prossimi obiettivi dell’esplorazione spaziale. Il più interno è grigio e simboleggia la Luna, pronta per il ritorno del genere umano con la sonda spaziale Orion e i rover esplorativi; il secondo, rosso, rappresenta Marte, ora perlustrato dalle sonde, e in futuro dagli astronauti. Il più esterno è nero e suggerisce l’idea dello spazio profondo.

Parmitano, durante la conferenza tenutasi nel giorno del suo 42esimo compleanno, ha parlato della missione e dell’importante e prestigiosa carica assegnatagli. «Il ruolo da capitano è un ruolo importante, che mi fa sentire orgoglioso, ma non sarò là a dare indicazioni, ma a facilitare il lavoro dei miei compagni per dare il massimo nel nostro mestiere».

L’astronauta italiano ha anche spiegato la scelta del nome Beyond, “Oltre”: «Perché quello che svolgiamo in orbita non è per gli astronauti o per il programma della Stazione Spaziale, ma è per tutti. Ed è l’unica strada per noi per imparare ciò di cui abbiamo bisogno in termini di scienza e tecnologia, proprio per andare oltre». Una missione, quindi, che guarda al futuro. Al superamento delle barriere e dei limiti umani. All’invenzione di nuove tecnologie e all’esplorazione dello spazio profondo, per andare sempre più lontano, sempre più distanti, sempre più “oltre”.

Elisa Buglione-Ceresa

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