L’Umberto I cambia strada

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WhatsApp Image 2019-07-12 at 08.18.05Per il prossimo anno scolastico, sono previsti cambiamenti radicali per i nostri licei. Innanzitutto, la sede di via Bertola vedrà, finalmente, la riunificazione dei licei con il trasferimento di tutto il triennio del Classico Europeo. In più, per la prima volta, saremo noi a spostarci e non i professori. Una vera e propria rivoluzione didattica che il Collegio Docenti ha approvato nel mese di maggio. Non potevamo, a questo punto, lasciarci sfuggire l’occasione di fare qualche domanda al nostro Rettore, Giulia Guglielmini, soprattutto per avere qualche precisazione in più su una notizia che ha generato non solo curiosità ma anche qualche preoccupazione negli studenti della nostra scuola.

Grazie innanzitutto per la sua disponibilità e per non tirarsi indietro a domande che potrebbero essere anche scomode.

Rispondo con piacere a questa intervista a nome del Collegio Docenti, che aveva già deliberato in merito circa due anni fa e ha riconfermato, nel mese di maggio, di voler procedere con alcune innovazioni di tipo metodologico-didattico ed una riorganizzazione dell’offerta formativa.

Quali saranno i benefici per gli studenti e per i professori? In che modo avere un’aula dedicata cambierà la didattica? Nessuno ci rimetterà?

Per quanto riguarda i vantaggi per l’apprendimento e per l’insegnamento vi rimando al sito INDIRE, l’Istituto di ricerca del MIUR, e a tutte le pubblicazioni presenti e coordinate dalla RETE di oltre 370 scuole italiane “Avanguardie educative”. Il progetto D.A.D.A. (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento) parte da presupposti scientifico-pedagogici ormai consolidati: nasce infatti dall’esigenza di valorizzare l’eccellenza del nostro sistema educativo e dalla volontà di superare modelli formativi di carattere trasmissivo, sostanzialmente passivi, che mostrano la loro inadeguatezza di fronte alle sfide attuali. La creazione di ambienti di apprendimento funzionali a processi di insegnamento-apprendimento attivo favorisce la diffusione, nella didattica quotidiana, di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento”, in cui una maggiore disponibilità a far “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di abilità e competenze. Gli studenti, responsabili (proprio perché responsabilizzati di fatto), si trovano nelle condizioni di essere sempre più protagonisti nella costruzione dei loro saperi e della loro formazione. L’approccio “dinamico e fluido” del DADA considera gli spostamenti degli studenti uno stimolo finalizzato ad aumentare la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuro scientifici, che ci indicano come il modo migliore per attivare la mente (le sue cognizioni e le sue emozioni) sia muovere (un po’) il corpo. La stessa Commissione europea, con l’introduzione del concetto di competenze chiave, richiama una dimensione attiva dell’apprendimento: una scuola che si basi sulla promozione delle competenze deve emanciparsi da modelli standardizzati, preferendo il modello di “laboratorio polifunzionale” dove gli studenti siano proattivi e collaborino, lavorando anche in gruppi. Particolare attenzione viene posta all’aspetto visivo ed emozionale: i piani o i singoli dipartimenti disciplinari sono identificati con un colore e con un elemento iconografico caratterizzante. I laboratori sono integrati nell’orario scolastico in modo da essere, di fatto, parte integrante delle attività curricolari, e le aule sono corredate di dotazioni informatiche, per la creazione di un ambiente di apprendimento funzionale a favorire didattiche basate sulla logica costruttivistica, collaborativa ed inclusiva. È importante dire che per divenire un vero modello teso al successo formativo degli studenti non basta parlare solo di spazio, ma di tanti fattori messi insieme: lo spazio, il lavoro in gruppo tra insegnanti, la programmazione didattica dei Dipartimenti, le nuove pedagogie per l’apprendimento degli studenti e così via. Il progetto DADA, infatti, prevede la sperimentazione di modelli innovativi di didattica e di organizzazione, momenti di ricerca e di formazione, occasioni di scambio e di confronto: la didattica sempre di più dovrà disancorarsi dalla sola lezione frontale per lasciare spazio anche ai “processi collaborativi, di brain storming, ricerca, peer teaching, rielaborazione, presentazione”. Insomma, aule laboratorio, aule di proprietà del gruppo, a responsabilità di gruppo, in cui davvero il ruolo del docente assume il carattere di regista e facilitatore dell’apprendimento”. In tutto questo c’è da guadagnarci da entrambe le parti, più che rimetterci. E gli studenti non devono temere il cambiamento, se i primi a proporlo sono proprio i loro docenti.

Questo progetto implica grandi risorse sia umane che economiche, come viene finanziato?
Anche questo non deve essere fonte di preoccupazione, perché parlo a nome del Consiglio di Amministrazione, che è l’organo della nostra scuola che sostiene ogni anno il potenziamento delle nostre principali attività (dalle Convittiadi alle attrezzature tecnologico-sportive, dalle attività musicali e teatrali al liceo matematico…). Le risorse ci sono, ed è giusto usarle senza timore.

Come sono stati preparati gli studenti a questo cambiamento?

I docenti e gli educatori nelle ultime settimane di scuola hanno raccontato e spiegato il progetto coinvolgendo tutti gli studenti. In più, il 20 giugno, c’è stato un incontro per tutti gli allievi interessati a fornire il loro contributo, durante il quale sono state affrontate questioni più pratiche legate ai dubbi, alle proposte e alle esigenze degli studenti.

Venendo a questioni più pratiche, ma non meno importanti per noi studenti: il tempo intervallo verrà preservato o servirà per gli spostamenti?

Gli studenti, naturalmente, continueranno a fare i loro intervalli, muovendosi per l’istituto e rispettando alcune regole di “circolazione”. Una volta abituati alla novità, il tempo per lo spostamento sarà decisamente ridotto, ma si è pensato anche a qualche ritocco sui tempi degli intervalli, proprio per venire incontro alle esigenze degli studenti che su questo tema sono molto sensibili.

Sarà tutto pronto a settembre? O entreremo in una scuola in cui i lavori saranno ancora in corso?

Non dovrebbero esserci molti problemi di natura logistica: i ragazzi in estate sono in vacanza, ma la scuola è sempre aperta e il tempo necessario per cominciare nel migliore dei modi è sufficiente. Su questo non c’è da temere perché docenti ed educatori stanno lavorando a pieno ritmo per fare in modo che sia tutto pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico.

Durante il cambio aula tutte le classi si riverseranno nei corridoi e lungo le scale. In che modo saranno garantite le norme di sicurezza?

Come in ogni scuola il piano sicurezza viene predisposto in base alle normative e garantisce il deflusso organizzato in caso di pericolo. Da un punto di vista pratico, cambia molto poco per i ragazzi: già adesso durante gli intervalli tutti si riversano nei corridoi o lungo le scale, e tutti sanno cosa fare in caso di allarme. Si tratterà di imparare le nuove procedure di evacuazione previste nel nuovo contesto, né più né meno di quello che ogni anno si fa con le prove antincendio “a sorpresa”. Ovviamente ci sarà un’adeguata informazione e preparazione da parte del personale della scuola. Anche questo, in fondo, è un modo per rendere ancor più responsabile chi vive la scuola dall’interno giorno per giorno.

La Redazione

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