Fridays For Future: D&R

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fff articoloTrovare il tempo per rispondere alle critiche rivolte ai giovani scesi in piazza il 27 settembre, lettera dei 500 scienziati negazionisti compresa, non solo è legittimo ma anche necessario. Ogni domanda, in fondo, merita una risposta.

Il clima varia da quando esiste il pianeta con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa solo di recente, intorno al 1850, quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

Per rispondere a questa obiezione, basterebbero le parole di Nature (571-2019), una delle riviste scientifiche più autorevoli del mondo: “La mancanza di coerenza spazio-temporale indica che la forzatura preindustriale non era sufficiente a produrre temperature estreme sincrone a livello globale a scale temporali centenarie. Al contrario, scopriamo che il periodo più caldo degli ultimi due millenni si è verificato durante il ventesimo secolo per oltre il 98% del globo. Ciò fornisce una prova evidente che il riscaldamento globale antropogenico non è solo ineguagliato in termini di temperature assolute, ma anche senza precedenti nella coerenza spaziale nel contesto degli ultimi 2000 anni.”

La Co2 non è un inquinante. È anzi essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più Co2 fa bene alla natura, rende il globo verde: l’aggiunta di anidride carbonica nell’aria ha portato ad un aumento della biomassa vegetale globale. È anche buono per l’agricoltura, poiché favorisce l’aumento dei raccolti in tutto il mondo.

La CO2 è fondamentale per la vita sul nostro pianeta, questo è vero. Tuttavia, in quantità elevate l’anidride carbonica causa il cosiddetto “effetto serra”. Ecco i dati dell’EPA, United States Environmental Protection Agency. “I gas a effetto serra riscaldano la Terra assorbendo energia e rallentando la velocità con cui essa fuoriesce nello spazio; si comportano quindi come una coperta isolando il pianeta. L’anidride carbonica, il più noto gas serra, penetra nell’atmosfera quando bruciamo combustibili fossili (carbone, gas naturale e petrolio), rifiuti solidi, alberi e altri materiali biologici, nonché a seguito di determinate reazioni chimiche (ad es. fabbricazione di cemento). L’anidride carbonica viene rimossa dall’atmosfera quando viene assorbita dalle piante come parte del ciclo biologico del carbonio. La CO2 rimane nel sistema climatico per molto tempo: le emissioni di CO2 causano aumenti delle concentrazioni atmosferiche di CO2 che dureranno migliaia di anni.” (https://www.epa.gov/ghgemissions/overview-greenhouse-gases). In condizioni normali la temperatura dell’atmosfera a livello globale si aggirerebbe intorno ai 15° C, ma negli ultimi decenni l’effetto serra si è notevolmente intensificato, provocando così un aumento della temperatura media sulla Terra. Il timore è che nei prossimi decenni la temperatura possa aumentare di circa 2°C: sembrano pochi, ma potrebbero avere effetti molto gravi, come lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento dei mari fino ad un metro e mezzo, l’estensione delle zone aride e altri sconvolgimenti climatici di grande portata. In Italia, ad esempio, vaste aree del sud diventerebbero aride, Venezia e chilometri di coste sarebbero sommerse dal mare, al nord aumenterebbero le piogge provocando alluvioni.

Nell’indifferenza generale 500 scienziati di tutto il mondo indirizzano al segretario generale dell’Onu, Antonio Gutierres, una lettera contro l’allarmismo climatico. Questo è il succo di una controrivoluzione che pone al centro la scienza e non l’ideologia sinistroide che, ahinoi, sfrutta la ragazzina dalle trecce d’oro” scrive Michele Di Lollo de “Il Giornale”.

Innanzitutto, è bene ricordare al giornale di Sallusti che il movimento FFF è apartitico e non si pone all’interno di nessuno schieramento politico. Ai cinquecento firmatari, invece, meglio rispondere con un po’ di dati: come scritto sul sito della Nasa, numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche mostrano che il 97% o più delle pubblicazioni scientifiche di esperti sul clima concordano sul fatto che l’innalzamento delle temperature nel secolo scorso è molto probabilmente dovuto alle attività umane. Inoltre, la maggior parte delle principali organizzazioni scientifiche di tutto il mondo hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche a sostegno di questa posizione (https://climate.nasa.gov/scientific-consensus.amp#*). Uno di questi studi del 2013 su Environmental Research Letters ha rilevato appunto che il 97% degli scienziati ha concordato con il fatto che il riscaldamento globale sia causato dall’attività umana: erano ben 12.000 gli articoli accademici, che contenevano le parole “riscaldamento globale” o “cambiamento climatico globale”, pubblicati fra il 1991 e il 2011. Nelle scorse settimane, quel documento ha raggiunto 1 milione di download, divenendo il documento più accessibile di sempre tra le oltre 80 riviste pubblicate dall’Institute of Physics, secondo gli autori. Per citare questo documento: “È stato osservato che il dubbio sul consenso scientifico sul cambiamento climatico è uno dei mezzi più efficaci per ridurre l’accettazione dei cambiamenti climatici e il sostegno alle politiche di mitigazione. Pertanto, non dovrebbe sorprendere che l’argomentazione più comune usata nelle pubblicazioni contrarie sul cambiamento climatico dal 2007 al 2010 sia stata l’assenza di un consenso scientifico sul riscaldamento globale causato dall’uomo. La generazione della disinformazione sul clima persiste. […] Da una prospettiva più ampia, non importa se il numero di consenso è del 90% o del 100%. Il livello di accordo scientifico sul AGW (Antropic Global Warming) è straordinariamente elevato perché le prove a sostegno sono incredibilmente forti.” (https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/11/4/048002/pdf)

In aggiunta a ciò, è bene sottolineare come in qualsiasi ambito scientifico ci siano alcuni ricercatori controcorrente. Prendiamo i vaccini per esempio: esistono medici no vax che sostengono che siano pericolosi, una piccola percentuale rispetto ai colleghi che garantiscono per la loro sostanziale sicurezza. Eppure, difficilmente il lettore di questo articolo non è vaccinato.

Al di là di tutte le innumerevoli critiche, il vero problema è che si perde l’obiettivo primario: salvare il pianeta. Mentre si sta qui a discutere di chi sia la colpa, i ghiacciai si sciolgono, i deserti avanzano, gli animali si estinguono. Questi fatti – e non opinioni – sono innegabili: tutti, al 100%, concordano che la natura sta cambiando. Ed è questo il punto: quello che i ragazzi stanno chiedendo è di fare qualcosa a riguardo, trovare tutti i mezzi possibili per salvare la natura da una lenta e terribile distruzione. Come? Piantando più alberi per esempio, invece di deforestare la Foresta Amazzonica, i “polmoni” del mondo. Riducendo il consumo di plastica, dato che se si continua di questo passo fra qualche decennio ci sarà più plastica che pesci nei nostri oceani (https://www.corriere.it/ambiente/16_gennaio_20/plastica-oceano-peso-maggiore-pesci-2c73cafa-bf71-11e5-953f-faa14dcd94bb.shtml?refresh_ce-cp).

È giusto e legittimo che i ragazzi scendano in piazza per il loro futuro. Hanno tutto il diritto di avere in eredità un mondo pulito, sano e vivibile. E se lei, caro lettore, fa parte di quel gruppo di persone che si attacca a quello che sostengono in 500, negando ciò che affermano altre migliaia di scienziati altrettanto autorevoli, almeno ammetta il fatto che qualcosa vada fatto. Davanti ai dati, a foto, a video che mostrano habitat completamene distrutti, animali morenti, foreste in fiamme, davvero stiamo ancora fermi qui a discutere su come, quando, perché? È incredibile come l’uomo possa essere cieco di fronte all’evidenza. E l’evidenza non sta nell’ammettere che il riscaldamento globale sia causato dall’uomo, ma nell’affermare che il pianeta, così, non ce la fa più.

Oppure giriamoci i pollici, discutendo su come Soros conquisterà il mondo tramite una ragazzina con le trecce, di come i governi ci controllino con le scie chimiche, di come l’uomo non sia mai arrivato sulla Luna.

La Terra vivrà benissimo senza di noi, complottisti e negazionisti compresi. E noi senza di lei?

Elisa Buglione-Ceresa

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