Correva l’anno 1321 quando Dante Alighieri vide la morte, probabilmente consapevole che il suo nome e le sue opere avrebbero avuto una fama centenaria. Oggi infatti, 700 anni dopo, il suo nome è ancora vivo e noto in tutto il mondo e noi italiani, che abbiamo l’opportunità di leggerlo in lingua originale, lo abbiamo eletto a figura cardine della nostra cultura, tanto da attribuirgli un ruolo fondamentale nel nostro sistema scolastico. In occasione del settecentesimo anniversario della sua morte, noi di UmberTimes abbiamo avuto l’occasione di incontrare l’ultima sua discendente, Massimilla Serego Alighieri, subito disponibile a una chiacchierata con la redazione.
L’evento, organizzato dal professor Pizzala, è stato condotto direttamente da noi redattori su Zoom. Per chi se lo fosse perso, la registrazione dell’incontro è disponibile qui sul sito, sul profilo Instagram e sul canale Youtube del nostro giornale.
Dopo i saluti iniziali del rettore Giulia Guglielmini e una breve introduzione del docente, la parola è passata a noi. Siamo partiti con le domande che avevamo preparato per l’invitata, la quale si è dimostrata perfettamente a suo agio nel rispondere. Che sia dovuto al sangue del “Sommo Poeta”? L’idea è molto suggestiva, ma preferiamo – realisticamente – pensare che una buona educazione, l’amore per la recitazione, il ruolo di speaker per la Scaligera Basket di Verona (da lei prontamente collocata in Paradiso) e l’abitudine a essere intervistata abbiano dato il loro contributo. La sua abilità comunicativa, poi, è dovuta anche a motivi professionali: gestisce infatti l’azienda vinicola familiare.
La tenuta Serego Alighieri, dove attualmente vive e lavora, è un podere a Gargagnago in Valpolicella acquistato dal figlio di Dante, Pietro Alighieri, nel 1353. Da allora la famiglia ha sempre abitato lì. Una condizione privilegiata, secondo Massimilla, che ha avuto un forte impatto sulla sua crescita e ha giocato un ruolo importante per mantenere viva l’opera dantesca. A tal proposito ci ha raccontato alcune delle iniziative a cui la sua famiglia ha aderito quest’anno, dall’incontro con le più alte cariche istituzionali del nostro Paese a vari incontri con diversi autori, giornalisti e studiosi. Le iniziative hanno avuto e avranno luogo sia in Italia sia all’estero, infatti tra i progetti ancora da concludere c’è una rappresentazione teatrale di Dante, commissionata dall’Iran, che in questo periodo è difficile da raggiungere.
Nel corso dell’intervista ci ha anche raccontato qual è il motivo del doppio cognome. Per spiegarlo bisogna tornare nel Cinquecento, quando l’ultima discendente diretta era una donna, Ginevra Alighieri. Suo zio, Francesco Alighieri, che era un canonico cattolico senza eredi maschi, garantì l’eredità dei suoi beni alla nipote a patto che il cognome Alighieri venisse dato al primogenito di Ginevra insieme a quello del marito Marcantonio Serego. In questo modo, con il benestare della Chiesa e un atto notarile, l’unione delle due famiglie permise il mantenimento del cognome illustre a partire da Pieralvise Serego Alighieri, che non a caso è anche il nome del padre di Massimilla.
Ora il problema si ripresenta perché le ultime due discendenti sono Massimilla e la sorella minore. Cosa succederà dunque al cognome? La risposta è facile: fortunatamente oggi il problema è facilmente risolvibile, perché è possibile anche assegnare il cognome della madre ai figli.
Tornando al presente, abbiamo anche parlato dei numerosi eventi organizzati per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. L’istituzione del Dantedì del 25 marzo ne è un esempio, giorno in cui – secondo gran parte della critica – si è ritrovato in una selva oscura. In questa settimana le attività legate all’iniziativa “Dante nel mondo” sono state innumerevoli, sia in Italia sia all’estero, e fra queste spiccano le letture trasmesse in streaming sul Corriere della Sera e le trasposizioni teatrali dell’Opera, come “Una terzina per tutti” della compagnia teatrale Music Theatre International.
Delle pubblicazioni poi si perde il conto. In quest’ultimo periodo tutti sono usciti con Dante – come ci ricorda Massimilla – e tra i libri letti, i suoi preferiti sono stati “A riveder le stelle” di Cazzullo e “Dante” di Barbero. Non ci siamo però limitati a parlare solo di letture dantesche, ma eravamo anche curiosi di sapere quali tra gli autori contemporanei fossero amati dall’ultima discendente di Dante. Ci ha rivelato di essere “onnivora” di libri e la risposta non è stata così scontata: “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin è la sua ultima lettura che ha lasciato il segno e Nick Hornby, uno degli autori preferiti, che ci ha consigliato di leggere. E a questo punto non ci rimane che girare volentieri l’invito anche ai nostri lettori.
Jacopo Sulis