“Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, gli psicologi di 35 anni, queste platee di operatori sanitari che si allargano!”Così si pronunciava Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri, in una conferenza stampa dell’8 di aprile, e subito scoppia la bufera. L’invettiva del premier era rivolta ai cosiddetti “furbetti del vaccino”, coloro che si sono prodigati in una famosa disciplina olimpica: il salto della fila.Comprensibile da parte del Presidente, in fin dei conti porta su di sé il peso di uno stato con l’acqua fino al collo, in preda alla disorganizzazione, ereditato da Conte che si era trovato con questa patata bollente in mano. Una bella gatta da pelare per un 73enne. Sempre nella stessa conferenza stampa Draghi faceva appello alla coscienza collettiva e personaledi ognuno, proprio i valori di un’altra epoca. Questo “attacco” agli psicologi è una gaffe, visto che per il decreto legge 44 del 1 aprile sono tenuti a essere vaccinati, in quanto riconosciuti categoria a rischio. Il DL è quello emanato dopo Pasqua, per dovere di cronaca. Ma fin qua è tutto in regola, ècomprensibile che il premier non ricordi bene i DL che lui stesso firma. Questa gaffe lascia aperta un’interpretazione ben più ampia, ossia che gli psicologi sembrano non essere necessari, o degni di vaccinazione. Sembra quasi che solo gli psichiatri siano considerati necessari di fronte a evidenti squilibri; sembra quasi che solo i “matti” abbiano bisogno di un supporto psicoterapeutico. E per gli altri? Coloro che si sono ritrovati a dover affrontare unapandemia, e che da più di un anno hanno sviluppato dei disturbi da non sottovalutare? Il tabù dell’andare dall’analista deve finire, non è una cosa da “matti” e basta, soprattutto perché spesso, quelli che ne hanno bisogno mostrano una facciata totalmente opposta, di scudo, che non lascia trasparire nulla. I meme online, quelli che per Draghi e coetanei sono le vignette satiriche, si sono sbizzarriti a riguardo: il mantra ricorrente infatti è stato “per più di un anno vi abbiamo fornito i clienti, e ora volete pure il vaccino?” rivolto agli psicologi, e in effetti sembrerebbe così. Ci sono state poche attenzioni, o, a essere onesti, poche da parte dei principali organi di informazione nazionali, riguardo ai danni psicologici che la pandemia ha arrecato, soprattutto fra i più giovani. Gran partedegli psicologi indica nel disturbo da stress post-traumatico la principale minaccia per la salutementale delle persone, senza dimenticare le manifestazioni di ansia, panico e depressione comedessert. Quindi? Che si vaccinino gli psicologi! I salta fila sono altri, magari coloro che approfittanodella loro influenza. Un esempio? Andrea Scanzi che con il suo buon nome e l’influenza che ha inquanto giornalista è riuscito a farsi somministrare una dose poiché caregiver dei suoi genitori anziani. Un po’ come la maggioranza degli italiani. Oppure il controverso De Luca, Presidente regione Campania, che in nome del buon esempio verso i compaesani, s’è fatto vaccinare prima di altri, ben più fragili di lui. Rimane però da chiedersi come mai a volte basti solo alzare la voce per farsi ascoltare dal sistema sanitario: il protagonista questa volta è quello lombardo che ha somministrato il vaccino alla nonna di Fedez il giorno dopo che Chiara Ferragni ha espresso il suo malessere per la lentezza della campagna vaccinale. Magari è solo un caso. Magari il sistema sanitario lombardo, uno di quelli piùcolpiti dalla pandemia, teme la reazione dell’opinione pubblica, specie se quest’ultima è capitanatada Chiara Ferragni. E magari è solo un altro caso il fatto che nella sezione “altro” per le categorie dipersone da vaccinare si abbiano dei numeri da capogiro in alcune regioni. Molto probabilmente sono gli “altri” i salta fila che denuncia SuperMario nazionale. Quindi che dire? Che ci ritroviamo di fronte alla vista e rivista tiritera italiana, fatta di egoismo e scappatoie, spesso offerte dalle larghe maglie dell’organizzazione, che ci fa solo cadere le braccia sempre più, e che spesso si ripercuote sugli onesti. Sarà pure una generalizzazione, ma un po’ èvera. La speranza di tutti è quella di tornare alla normalità assoluta, senza apri e chiudi, strega toccacolore e mascherine. E che questo biennio rimanga un apostrofo rosa fra le parole vita normale.
Fabio Cannizzo