“La verità è che cerchiamo soltanto la gente. Non abbiamo bisogno di altri mondi, ma di specchi. […] Il fatto è che non arriviamo dalla Terra come campioni di virtù o come monumenti dell’eroismo umano: ci portiamo dietro esattamente quello che siamo e quando l’altra parte ci svela la nostra verità – il lato che ne teniamo nascosto – non riusciamo ad accettarla!” Queste le parole che usa uno scrittore polacco, un certo Stanisław Lem, nel suo libro più celebre. Solaris, infatti, oltre ad essere un romanzo, è un grande spunto di riflessione sulla natura dell’uomo, e in particolare sul suo viscerale bisogno di trovare qualcuno, o qualcosa, che gli somigli.
Stanisław nasce nel 1921 a Leopoli, città situata nella Polonia dell’epoca, ma che fa parte dell’odierna Ucraina. Inizia il suo percorso accademico studiando filosofia, ma poi decide di cambiare e intraprendere la strada della medicina, per seguire le orme del padre. A causa dell’occupazione nazista è costretto a interrompere gli studi, che però riesce a riprendere e concludere a Cracovia, nel 1946. Laureato in medicina, inizia a dedicarsi alla biologia e alla cibernetica nel 1950, per poi diventare uno dei fondatori dell’Accademia di cibernetica e astronautica.
Inizia a scrivere l’anno successivo, ma dopo numerosi saggi e articoli di carattere scientifico e il suo primo romanzo fantascientifico, Il pianeta morto, deve interrompere la professione di scrittore, per diventare assistente di laboratorio. Riprende nel 1953, e in nove anni pubblica romanzi come La nube di Magellano (1955), Pianeta Eden (1959) Ritorno dall’Universo (1961), e finalmente Solaris (1961), il più celebre. Muore nel 2006, e due anni fa si è celebrato il centenario della nascita di quello che è considerato uno dei più grandi scrittori di fantascienza.
Con la sua narrativa interplanetaria Lem ha affascinato milioni di lettori in tutto il mondo. I suoi libri, oltre che a parlare di stazioni spaziali, di città futuristiche, di organismi alieni, raccontano la mente umana nelle sue molteplici sfumature, e ha un particolare gusto per il grottesco che dona personalità alla sua scrittura. I suoi protagonisti sono astronauti, fisici, ma anche psicologi, e nelle sue storie vengono descritte a regola d’arte tutte le diverse sfaccettature delle società immaginate, utopiche o distopiche che siano. L’autore riesce sempre a condire le sue opere della stessa filosofia che lui non ha mai terminato di studiare a causa del cambio di rotta della sua astronave, quella della vita. Lo scrittore calcola come un astrofisico, progetta come un ingegnere, descrive come un medico, analizza come uno psicologo. Ma soprattutto, ragiona e fa ragionare come un filosofo e un grande pensatore.
Rebecca Tugui