La prima battaglia dell’alfiere nero

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Un momento della prima giornata

Un momento della prima giornata

14.30 Primo pomeriggio, si aprono le danze. Quelle vere e proprie, dopo un’inaugurazione di musica e performance. Ma il cielo si è coperto. Muoiono le speranze sorte in mattinata che le previsioni del tempo si fossero sbagliate.

Ci hanno preso le maledette, le nuvole sono arrivate nel giro di poche ore, si è alzato un vento decisamente poco primaverile e la minaccia è chiara: pioggia a breve. Facce sconsolate degli atleti, non di tutti.

In una sala isolata del villaggio olimpico una sfida che non teme alcun genere di intemperie ha appena avuto inizio. Quattro lunghe tavolate, sguardi concentrati, visi immersi in schemi logici che sembrano lontanissimi da qualunque osservatore esterno. I Convitti hanno iniziano a darsi battaglia sui campi da scacchi. Per adesso solo riscaldamento, in attesa degli ultimi partecipanti. I giovanissimi della categoria Small (biennio delle scuole inferiori) sono in netta maggioranza rispetto ai compagni più vecchi. Il silenzio assoluto che uno si aspetterebbe durante una simile competizione viene sostituito da un costante brusio: commenti, domande, risate, scherni e l’inconfondibile rumore dei pezzi poggiati con ostinata certezza di vittoria dai partecipanti. Il brusio di chi considera il gioco ancora un gioco.

Combattivi  e coinvolti dalla partita fino all’ultimo neurone, sembrano loro le pedine, mentre gli educatori cercano di porre ordine in questo piccolo esercito. Dai vetri esterni altri soldati aspettano il proprio turno per scendere in campo. Hanno trenta minuti per concludere. E poi stop. Fine del turno. Chi è riuscito a farsi valere, bene . Ma a tutti spettano comunque ancora sette avversari da combattere.

 

15.00 Il coordinatore richiama al silenzio, forma le coppie. Ognuno si siede al suo tavolo. E via, scattano i timer, il tempo la fa da padrone. I commenti si sono esauriti, rimane solo il cozzare di pedoni, alfieri, torri e quant’altro. Sussurri, qualcuno guarda il proprio amico giocare. Dopo poco i primi sconfitti si alzano dal tavolo e vanno a comunicare all’arbitro l’esito della gara. E la sala così si svuota lentamente. Piccola pausa. Appena tutti avranno concluso, avanti con la prossima battaglia.

 

17.30 Il pomeriggio in bianco e nero si esaurisce lentamente. Rimangono gli ultimi giocatori, volti stanchi, che consumano la partita fino all’ultimo. Arbitro e assistente iniziano a registrare i risultati.

 

18.00 Viene appesa la classifica nella grande sala ormai vuota. I vincitori. Per i giovanissimi il primo posto spetta a Lo Giudice Claudio (Palermo), il secondo a Giardullo Camilla e il terzo a Noviello Iunio, entrambi del Convitto di Avellino.

Fra i liceali si aggiudicano la vittoria Calloni Luigi (Milano) primo classificato, De Biasi Giulio (Potenza) secondo classificato e Maquignaz Andrea (Aosta) al terzo posto. La battaglia almeno per oggi è conclusa.

 

 

Eugenia Beccalli

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