Pongo Pongo large

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Ore nove … nella stanza si sente solo l’eco delle palline..niente giudici.
Ore nove e trenta … si allenano i giocatori, e sono gli stessi che poco dopo dovranno arbitrare le partite dei compagni.
Ore nove e quarantacinque: finalmente iniziano le partite. La tensione dei (circa) quaranta ragazzi nella sala è palpabile (e anche la nostra, data l’attesa).
È un continuo susseguirsi di ragazzi, ragazze, colori.
Facciamo lo slalom per raggiungere i tavoli, l’impresa è ardua (!).
I primi ragazzi, tesi ma disposti a dare il meglio di loro stessi per cercare conquistare una coppa e la gloria di aver vinto in uno sport, si dispongono l’uno di fronte all’altro impugnando la propria racchetta.
Quando anche l’ultimo giocatore è stato chiamato, le palline vengono fatte rimbalzare sui tavoli e vengono colpite dalle racchette, mentre i giocatori, muscoli tesi e nervi a fior di pelle, cercano di capire le falle nella difesa dell’avversario e tentano di portarsi a casa il tanto agognato punto.
Non c’è una attimo di pausa, e dal primo girone si passa subito al secondo, ma c’è subito un particolare che si nota: nonostante i partecipanti provengano da ogni angolo d’Italia, fatto testimoniato dal caleidoscopio di colori delle magliette e dall’accento dei propri allenatori, è possibile vedere un grande fair-play e rispetto dell’avversario.

Chiara Carrera, Riccardo Tione

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