Abbiamo già parlato dell’iniziativa di Slow Food (SF) che, con il Salone del Gusto e Terra Madre, vuole valorizzare il lavoro di contadini, allevatori e pescatori, contrastando una nuova realtà dove questo viene accantonato dalla presenza delle multinazionali.
Il sito di Slow Food dice che il loro motto è “buono, pulito e giusto (…) che vuol dire conforme ai concetti di giustizia sociale negli ambienti di produzione e di commercializzazione”.
A quanto pare secondo Slow Food “buono, pulito e giusto” è rappresentato anche dalle multinazionali, in quanto durante l’ultima fiera c’è stata l’evidente presenza di marchi provenienti da quest’ultime: un esempio lampante è quello della Kamut International, che ha reso la coltivazione del grano khorasan un marchio registrato vendendolo a prezzi elevatissimi in tutto il mondo; osserviamo anche come tra i soci di SF ci sia la King Baudouin Foundation (KBF) che sostiene gli OGM e che è finanziata dalle multinazionali.
Inoltre la KBF fa parte del sistema finanz-capitalista, che è uno dei maggiori responsabili della distruzione della biodiversità sulla Terra.
Infine c’è anche la corporation Benetton tra i finanziatori di Slow Food e Terra Madre, che detiene le azioni di Autogrill (che controlla a sua volta catene del calibro di Burger King) e che possiede il 33% delle azioni di Impreglio, ovvero un’importante impresa di costruzione italiana che ha progettato il ponte sullo stretto di Messina.
È buffo che SF faccia tante prediche contro gli OGM, quando è una delle prime associazioni a mettersi in ginocchio di fronte a chi ne è a capo per invitarli alle proprie fiere.
Questo predicare bene e razzolare male è una totale delusione, non solo è vergognoso il fatto che in questo modo vengono ingannate centinaia di persone con buoni propositi, ma è anche una cosa per niente furba visto che sono anche danneggiati i profitti di Slow Food, che potrebbero essere nettamente più alti se soltanto utilizzassero davvero prodotti a favore del pianeta, in quanto così facendo le fiere attrarrebbero un numero assai maggiore di persone.
Francesca D’Addeo (1D)