Una chiacchierata con Oliviero Corbetta

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09.03.2011 – La musica da discoteca rimbomba nell’Aula Magna del Convitto dove studenti impazienti attendono l’entrée dell’attore Oliviero Corbetta. Un uomo direi ancora abbastanza giovane, sulla quarantina; occhiali, naso schiacciato come quello dei boxeurs e maglioncino giallo. E’ lui, l’attore. “Che bello vedere così tanti giovani in platea!” Esordisce. “Sapete, ormai non è più così comune, anzi diciamo che ormai è quasi un evento eccezionale…” Comincia con queste parole l’incontro, stuzzicandoci e chiedendoci chi tra noi è solito andare a teatro e chi no. Si stupisce persino quando nota che le mani alzate sono per la maggior parte in riposta alla domanda “Alzi la mano chi di voi va spesso a teatro”. Questa “chiacchierata”, come ha voluto definire lui stesso la conferenza, è una sorta di riflessione sul perchè i giovani non frequentino più i teatri. Già, perchè non frequentiamo più i teatri? Secondo Corbetta “Perchè il teatro è un luogo di confronto, un luogo in cui si scambiano le opinioni, in cui ci si mette in gioco e si rischia tutto. Un luogo in cui le nostre idee vengono messe a confronto con quelle rappresentate sulla scena. E’ di questo che avete paura, voi giovani: del confronto”. E mi spiace terribilmente ammetterlo (come tutti gli adolescenti odio profondamente dover ammettere i miei errori o le mie pecche) ma è vero. Quest’uomo ha totalmente ragione! Ma non voglio fare di questo articolo uno “scritto” sulla critica della società moderna e non starò quindi a ripetere per l’ennesima volta le ragioni per le quali c’è un appiattimento delle coscienze, un menefreghismo per l’attualità, la politica, una sola volontà di apparire come sostanza e non come essenza in noi giovani, figli dell’esibizionismo televisivo e dell’ipocrisia della globalizzazione. Non le sto a ripetere perchè vorrei non darvi la pappa pronta, non elencarvi meramente le cause, ma spingervi a riflettere. Riflettere non solo sul perchè noi giovani non andiamo più a teatro perchè quella è solo una conseguenza del nostro essere, dei nostri pensieri, ma piuttosto riflettere su chi siamo noi? Cosa vogliamo essere in questo mondo? Qual è la nostra parte, il nostro ruolo, il personaggio che interpretiamo nella nostra vita? Vorrei poter accendere in voi, in uno o due di voi che state leggendo questo articolo, una scintilla; una curiosità; innescare un dibattito… E allora vi chiedo di discutere, se qualcuno ne ha voglia, partendo dal fatto che i giovani non vanno più a teatro, sulle ragioni più profonde che stanno dietro a questa triste realtà, di riflettere sulla nostra generazione e di cercare delle soluzioni agli eventuali problemi che ne emergono. Vi esorto a confrontarvi, vi sfido a mettervi in gioco, a esporvi a critiche e a dibattere in modo sano e costruttivo su noi stessi. Sfidiamo il mondo degli adulti, sfatiamo il “mito” che vede noi giovani come terrorizzati dal confronto e dimostriamo una volta per tutte le nostre potenzialità. Perchè come ha anche recitato Corbetta con una magica interpretazione: “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

Bianca Viano (4B)

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