Trovare se stessi è il percorso di un’intera vita,una ricerca necessaria per trovare quell identità che viene da noi stessi riconosciuta e quindi espressa.
E se avessi paura di esprimerla? Se mi sentissi sbagliata, una marziana?
Questo stesso interrogativo è il punto di partenza dello spettacolo teatrale a cui ho assistito il 10 marzo con i miei compagni: “Comuni Marziani”,della compagnia Tecnologia filosofica.Il tema centrale riguarda l’amore e si declina nelle varie forme di affettività umane, che siano eterosessuali,lesbiche, omosessuali,transessuali,bisessuali…
I giovani attori si sono espressi soprattutto attraverso il linguaggio del corpo, attraverso il mimo e la danza, perché, come sostenuto da uno di loro “la parola può mentire,il corpo no.”
Lo spettatore è riuscito ad entrare gradatamente in un mondo che inizialmente rifuggiva perché scandalizzato. La pietra dello scandalo sono stati baci saffici e una scena intensa in cui due interpreti rappresentavano l’affettività omosessuale attraverso una danza armoniosa in cui i corpi si intrecciavano senza alcuna volgarità in un continuo inseguimento e ritrovamento che ,nella naturalezza interpretativa ,ha lasciato scioccato e sconbussolato lo spettatore.
“Comuni Marziani” è uno spettacolo forte,deciso, che svela un mondo che tutti cercano di nascondere attraverso l’eliminazione di tabù.E’ un urlo contro la discriminazione e una spinta a cercare di scoprirci davvero,un incoraggiamento ad affrontarei problemi che abbiamo e che non debbono necessariamente riguardare la sola sfera sessuale.
Cerchiamo dentro di noi chi siamo e combattiamo tutta la vita per sostenerlo e per esserlo appieno!
Karol Poles, II D