Destano notevole attenzione due frasi pronunciate dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti nel giorno in cui ha presentato la lista dei ministri.
A chi gli ha chiesto se fosse possibile un futuro rimpasto, ha risposto: “E’ stato così interessante e impegnativo arrivare alla compilazione della lista, che non prenderò in considerazione passaggi in corsa”. Interessante e impegnativo, come quando si fa ricerca e ci si pone un obiettivo, si individuano le strategie e gli strumenti per arrivare alla meta, si inseguono le argomentazioni a sostegno, si prova un tuffo al cuore se si apre all’improvviso una strada, se si trovano le risposte, se ci si continua a porre domande.
A chi gli ha parlato di ‘blindatura’ del governo ha replicato che la “blindatura di un governo dipende dalla sua capacità di agire incisivamente e di spiegare ai cittadini e alle forze politiche le sue misure”. Spiegare, perché ciò che lascia spiazzati di fronte a provvedimenti che arrivano a cambiare la vita è l’impossibilità di capire la ragione o, peggio, il dubbio che l’unica ragione sia il tornaconto personale.
E’ innanzitutto uno studioso, Mario Monti, e un professore, come egli stesso aveva sottolineato tempo fa, quando, non ancora in odore di Presidenza, aveva dichiarato a Gad Lerner che il merito maggiore della sua esistenza era stato quello di aver contribuito a formare la classe dirigente italiana attraverso l’insegnamento. E un professore è abituato a ricercare con interesse e a spiegare.
Chiamato a sbrogliare un ‘pasticciaccio brutto’, si può immaginare il professor Monti mentre analizza carriere e meriti, saggi e proposte degli uomini e delle donne che si profilano alla sua mente. Un tale esame, che non mira ad accontentare qualcuno per i servigi resi, non si compie in 48 ore: un tale esame è il frutto di una vita trascorsa a discernere la realtà.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio fanno bene, perché mettono in luce un interesse che non è più sinonimo di utilità personale ma di curiosità, creatività, scoperta, ed evidenziano la coscienza che ognuno è responsabile delle sue azioni e deve renderne conto agli altri, soprattutto quando decide del loro destino.
Non vuole essere, questo, un ritratto romantico di un personaggio ideale: la realtà è altro dall’ideale, e il nuovo governo dovrà fare i conti con la realtà e non è detto che riuscirà a realizzare quell’equità e quella coesione che ora propone; ma per agire nella realtà occorre avere un ideale, il bene comune, e tutti si augurano che questo ideale sia la guida di chi ci governerà.
Linda Soglia